Una tregua di sei settimane sulla Striscia di Gaza. L’ipotesi auspicata nei giorni scorsi dal presidente degli Stati Uniti Biden sembra prendere corpo, almeno secondo quanto riferiscono i media statunitensi. Secondo un alto funzionario dell’amministrazione Usa, a pochi giorni di distanza dalla strage di palestinesi che cercavano di accedere ai camion degli aiuti, Israele sarebbe vicino ad accettare una proposta di cessate il fuoco lunga sei settimane.”Esiste un accordo quadro – ha rivelato la fonte – che Israele ha più o meno accettato”.
Israele-Hamas, ipotesi tregua di sei settimane
L’intesa, come conferma il Guardina, prevede il rilascio degli ostaggi detenuti a Gaza da Hamas e consentirebbe l’ingresso degli aiuti nel territorio che è stato devastato da quattro mesi di bombardamenti che hanno ucciso più di 30mila persone. Esistono però alcuni dettagli da “limare” nell’accordo, come ad esempio “una definita categoria di ostaggi” da rilasciare. Nuovi negoziati sulla tregua a Gaza e la liberazione degli ostaggi sono previsti al Cairo, hanno poi detto due fonti ben informate citate dalla Cnn, senza precisare le date. I colloqui saranno a livelli dei esperti, con la partecipazione di Stati Uniti, Israele, Egitto e Hamas. Non è chiaro se vi sarà anche il Qatar. Le discussioni fra Israele e Hamas verranno condotte in maniera indiretta, con i rappresentanti delle due parti in stanze separate.
Gli Usa lanciano i primi aiuti su Gaza
Intanto sono partiti ieri, sabato 2 marzo, i primi lanci aerei di aiuti statunitensi su Gaza. Soltanto un giorno dopo l’annuncio di Biden, che tuttavia ha sottolineato con un post su X come la quantità di aiuti che affluiscono a Gaza sia “insufficiente”, aggiungendo che “gli Stati Uniti continueranno a fare tutto il possibile per far arrivare più aiuti”. Tra i pacchi lanciati dagli aerei statunitensi ci sarebbero 38mila pasti pronti, ma non medicine. Le autorità israeliane però hanno ostacolato l’invio di aiuti umanitari a Gaza con criteri “arbitrari e contraddittori”, secondo quanto riporta la Cnn, dopo aver sentito oltre una ventina di operatori umanitari. Fra i beni respinti dal Cogat, l’ente israeliano di coordinamento per i territori palestinesi, responsabile per il passaggio degli aiuti, figurano anestetici e macchine per l’anestesia, bombole di ossigeno, ventilatori, sistemi di purificazione dell’acqua, kit sanitari, sacchi a pelo, medicine contro i tumori e anche datteri, riferisce l’emittente.
Fonte : Today