Uccide il padre a coltellate, 19enne confessa: “Ero stanca delle violenze”

Svolta nelle indagini sull’omicidio di Akhyad Sulaev, l’uomo di 50 anni ucciso a coltellate nella serata di ieri, venerdì 1° marzo, a Nizza Monferrato, in provincia di Asti. I carabinieri hanno fermato una ragazza di 19 anni, Makka, figlia della vittima, che secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine si sarebbe scagliata contro il padre al culmine di un litigio. La famiglia, di origini russe e musulmana osservante, vive in Piemonte da diversi anni e comprende anche la mamma e tre bambini, che erano presenti in casa al momento dell’omicidio.

Nizza Monferrato (Asti), uccide il padre a coltellate

Secondo quanto riportano i quotidiani locali, la giovane è iscritta con ottimi risultati al terzo anno del liceo scientifico e contribuisce alle spese domestiche lavorando la sera come cameriera in un locale. L’uomo faceva il lavapiatti nello stesso locale, dove lavorava anche la moglie, ma sembra che nella serata di ieri avesse deciso di lasciare il lavoro. Le indagini dovranno chiarire l’eventuale collegamento tra questo evento e la lite scoppiata in casa e terminata poi con l’omicidio. Il 50enne è stato colpito con un fendente all’addome, una ferita apparsa grave fin da subito: l’uomo è deceduto poco dopo l’arrivo dei sanitari del 118. All’arrivo delle forze dell’ordine la ragazza era ancora in casa, sotto shock e paralizzata dalla paura: è stata fermata e interrogata in caserma dal pm Andrea Trucano della procura di Alessandria. L’arma del delitto è un coltello da cucina. 

La confessione e le violenze subite

La giovane ha confessato il delitto, crollando durante l”interrogatorio: “Ho ucciso mio padre. Tutti in casa subivamo le sue violenze, soprattutto mia mamma”. Come riporta il Corriere della Sera, sembra che l’uomo volesse il controllo totale sulle due donne: il movente sarebbe quindi riconducibile alle violenze subite dalla moglie del 50enne e dalla figlia 19enne, maltrattamenti che, da quanto raccontato, andavano vanti ormai da tempo, nonostante non fossero mai state presentate denunce. Gli atti persecutori riguardavano soprattutto Makka e la madre, ma non è escluso che tra le vittime ci fossero anche i tre fratellini piccoli.

Fonte : Today