Le condizioni in cui sono trattenute 345 persone in una stazione di polizia del Myanmar sono disumane, secondo gli attivisti di difesa dei diritti umani. L’Arakan Army ha annunciato di essere vicina a sconfiggere un altro battaglione dell’esercito nel Rakhine, mentre continuano i rimpatri di cittadini cinesi che si trovavano nei centri per le truffe online birmani.
Yangon (AsiaNews/Agenzie) – Poco più di 340 persone, tra cui bambini e dissidenti politici, sono da mesi trattenute in una stazione di polizia a Monywa, nella regione di Sagaing, in condizioni pari a quelle di “un campo di concentramento”, scrive la testata The Irrawaddy, formata da oppositori al regime rifugiati all’estero.
Secondo il Political Prisoners Network (PPN), un’organizzazione che si occupa di diritti umani, i militari, che con un colpo di Stato a febbraio 2021 hanno dato avvio al conflitto civile, hanno imprigionato senza processo giudiziario 345 persone, la maggior parte delle quali accusate di appartenere alle Forze di difesa popolari (PDF), le milizie che fanno capo al governo di unità nazionale in esilio. Ma tra i detenuti, ha spiegato Ko Thaik Tun Oo, cofondatore di PPN Myanmar, ci sono anche individui accusati di aver condiviso sui social post a favore della resistenza o di aver lavorato come informatori. La stazione di polizia sarebbe sovraffollata anche con 100 detenuti, ha aggiunto.
La testimonianza scritta di un prigioniero ha inoltre informato che tra i detenuti ci sono anche una ventina di minorenni con 15 o meno. La nota prosegue dicendo che i prigionieri sono oggetto degli insulti degli agenti di polizia, il cibo è insufficiente e ai detenuti sono negate le cure sanitarie e le visite da parte della famiglia. Sette persone sono state scelte per accompagnare i militari in un villaggio e non sono più tornate. Il famigliare di un detenuto ha cercato di corrompere
Secondo Ko Thaik Tun Oo i prigionieri ricevono solo un pasto al giorno e sono tenuti in ostaggio per impedire alle forze della resistenza di attaccare la stazione di polizia. Da diversi mesi, infatti, la giunta militare pare essere in crisi. L’Arakan Army, una delle milizie etniche che combattono contro l’esercito, ha comunicato di essere sul punto di sconfiggere un battaglione dell’esercito nei pressi della città di Sittwe, capitale dello Stato Rakhine. Secondo i media locali la giunta si è rifugiata negli uffici governativi e nelle case dei residenti.
L’Arakan Army fa parte della Three Brotherhood Alliance, che a fine ottobre ha lanciato un’offensiva nello Stato Shan settentrionale, riconquistando una serie di città fondamentali per i commerci con la Cina. Nei mesi scorsi Pechino ha mediato un accordo di cessate il fuoco tra le milizie e l’esercito per tutelare i propri interessi in Myanmar. Due giorni fa sono stati rimpatriati 1.200 cittadini cinesi trattenuti in centri per le truffe online. Secondo Deutsche Welle non è detto che gli individui liberati verranno trattate come vittime del traffico di esseri umani
Fonte : Asia