Perché gli esseri umani hanno perso la coda?

Perché gli esseri umani, e così altre grandi scimmie come gorilla e scimpanzè, non hanno la coda? Un team della Grossman School of Medicine della New York University potrebbe aver fatto un considerevole passo avanti nella soluzione del mistero. In un articolo pubblicato sulla rivista Nature, Bo Xia e i suoi colleghi sostengono che la “colpa” sia di una particolare sequenza di dna mobile presente all’interno di un gene che regola lo sviluppo della colonna vertebrale nei primati senza coda.

Al dna piace cambiare

I ricercatori spiegano di aver messo a confronto il dna di primati senza coda con quello di scimmie con la coda: la loro attenzione era rivolta in particolare ad analizzare 140 geni già noti per essere coinvolti nello sviluppo di questa appendice anche in altre specie. Passando al setaccio il codice genetico, alla fine gli scienziati hanno individuato qualcosa che finora era sfuggito: in una regione non codificante (in gergo tecnico, introne) del gene Tbxt dei primati senza coda c’è un trasposone, cioè una sequenza di dna capace di spostarsi da un punto all’altro del genoma.

Che sia proprio la presenza di questa sequenza, chiamata Alu, ad aver determinato la scomparsa della coda negli esseri umani? Per verificarlo i ricercatori hanno provato a inserire la sequenza Alu all’interno del gene Tbxt dei topi. Hanno così constatato che il cambiamento provocava la produzione di forme diverse della proteina codificata da Tbxt, a cui corrispondevano lunghezze diverse della coda o la sua assenza.

I vantaggi dei “senza coda”

Benché sia l’esistenza sia l’importanza degli elementi mobili del dna nell’evoluzione siano note da tempo, un effetto così evidente dell’inserzione di una sequenza Alu ha sorpreso anche gli esperti. Come ha confermato all’Ansa il genetista dell’Università Tor Vergata di Roma Giuseppe Novelli, il gene Tbxt regola l’espressione di geni importanti per lo sviluppo della notocorda, cioè la struttura embrionale da cui si origina la colonna vertebrale, tant’è che altre sue alterazioni erano già state associate a importanti difetti congeniti della colonna vertebrale, per esempio la spina bifida.

Questo, secondo gli autori dello studio, suggerisce che un simile cambiamento casuale del codice genetico, avvenuto forse 25 milioni di anni fa, deve aver portato enormi vantaggi ai nostri antenati per essersi mantenuto nonostante i rischi. È ancora tutto da verificare ma forse il minor numero di vertebre e la formazione del coccige sono stati determinanti per garantire la sopravvivenza a terra (anzichè sugli alberi) e, soprattutto per la nostra specie, la conquista di posizione e andatura erette.

Fonte : Wired