Da diversi anni le aziende che producono smartphone e notebook – ma anche televisori – sono impegnate in una corsa agli schermi pieghevoli che possono soddisfare meglio le esigenze degli utenti.
Uno smartphone pieghevole, per esempio, ha un senso perché i pollici del suo display all’occorrenza raddoppiano. Un notebook foldable occupa la metà dello spazio. Una tv che si srotola (e si arrotola) punta a un’economia degli spazi domestici.
Ma gli schermi che si flettono rappresentano, in fondo, anche una promessa: un giorno, chissà quando, andremo in giro con uno smartphone arrotolato al polso. Un po’ come Leela, il principale personaggio femminile del cartoon Futurama, che porta un vistoso dispositivo al braccio.
A questa idea, da ormai diversi anni, lavora Motorola, che quest’anno al Mobile World Congress di Barcellona, la più importante fiera al mondo dedicata alla telefonia mobile, ha permesso ad alcuni giornalisti di provare il suo “bendable”, uno smartphone il cui schermo si piega verso l’esterno fino ad assumere una forma ad arco che si adatta al polso.
Motorola lo chiama, non a caso, “adaptive display”. Ma per farlo stare fermo al polso serve indossare un sottile braccialetto provvisto di un magnete che si accoppia con le calamite presenti sul retro del telefono.
Abbiamo provato il “bendable” di Motorola anche noi, e ci è sembrato esattamente ciò che è: un proof of concept molto avanzato con app che funzionano sul serio. Come quella, per esempio, che usa l’IA per generare sfondi abbinati al proprio look.
Stiamo parlando, insomma, di un prodotto che oggi si può ritenere più o meno utile ma che quanto meno è credibile. Tanto che Motorola ha promesso di lanciare finalmente sul mercato questo dispositivo nel corso del 2024, probabilmente nella seconda metà dell’anno, con aggiustamenti alla forma o ai materiali.
Lo smartphone-bracciale di Motorola non è infatti esente da problemi tecnici. E – cosa più importante – deve ancora trovare una possibile collocazione sul mercato. Per chi è pensato un prodotto simile? Che vantaggi può avere portare uno smartphone al polso? E soprattutto: perché dovremmo preferire un simile dispositivo, ingombrante e precario, agli smartwatch?
In molti si sono concentrati, giustamente, su queste domande. Perdendo però di vista il vero obiettivo del prototipo: dimostrare che un altro tipo di smartphone è possibile.
Lo smartphone diventa un bracciale: la prova esclusiva del Motorola che sembra uscito da un film di fantascienza
Allo stesso modo Lenovo, la multinazionale asiatica che ha acquisito Motorola nel 2014, a Barcellona ha stupito i visitatori con il prototipo di un notebook che ha un display trasparente. L’effetto è simile a quello immaginato nei più celebri film di fantascienza, in cui i protagonisti consultano informazioni che sembrano “sospese” nell’aria e che si possono oltrepassare con lo sguardo.
Abbiamo provato anche questo computer, nei limiti del possibile, e al di là di una criticità evidente – chi si trova dietro al notebook può vedere cosa accade sul display – tutto ha funzionato bene. Lo schermo, per giunta, è touch e ammette la scrittura con un penna smart.
Il bendable e il notebook “trasparente” si sono presi molti dei riflettori del Mobile World Congress. In fiera hanno attirato lo sguardo di numerosi visitatori. In rete hanno stracciato la concorrenza. Aprendo Instagram o TikTok, ed effettuando una ricerca con parole chiave legate alla fiera di Barcellona, i dispositivi che saltano agli occhi sono proprio i concept di Motorola e Lenovo. Due prodotti che di fatto ancora non esistono.
L’interesse per questi due prototipi – anche da parte dei media tradizionali – ha addirittura superato quello per molti prodotti “veri”, lanciati proprio in occasione del Mobile World Congress.
“Il mio telefono da polso è finalmente qui”, ha scritto Ctnet a proposito del bendable. La testata Androidpolice è più scettica: “Lo smartphone che si flette di Motorola è un futuro senza uscita”.
Un inviato della Cnn, invece, sostiene che il notebook trasparente di Lenovo “è la cosa più incredibile” che ha provato quest’anno (c’è da dire che il 2024 è appena iniziato). TechCrunch invece ha qualche dubbio, espresso con un sottile gioco di parole: “Il concept di Lenovo è trasparente ma lo scopo non è così chiaro”.
Il notebook trasparente di Lenovo: è questo il computer del futuro?
Se l’attenzione verso i due prototipi è stata così alta, si è dovuto al fatto che Motorola e Lenovo hanno messo a disposizione di giornalisti, influencer e addirittura visitatori prototipi che solitamente le aziende si guardano bene dal far toccare.
Nel 2019 Huawei e Samsung hanno presentato proprio al Mobile World Congress di Barcellona i loro primi smartphone pieghevoli. Ma all’epoca, nonostante i due telefoni fossero davvero a un passo dalla commercializzazione, nessuno ha potuto avvicinarsi. E in fiera sono rimasti tutto il tempo sotto teche di vetro.
I rischi che in questi giorni si sono presi Motorola e Lenovo hanno sicuramente pagato in termini di visibilità. Basti pensare che proprio Motorola, a Barcellona, non ha annunciato nuovi telefoni ma solo servizi e partnership: quella con Cornering, per esempio, che nel 2024 porterà il vetro più resistente in circolazione, Gorilla Glass, su tutti i telefoni dell’azienda. Ma questo tipo di annuncio non fa notizia.
Il successo dei due prototipi, tuttavia, non è stato determinato solo da un’abile strategia di marketing. Ha inciso, in egual misura, una improvvisa fame di innovazione e anticipazione del futuro.
Soltanto poche settimane fa Apple – che non ha mai messo piede al Mobile World Congress – ha messo in vendita il Vision Pro, un visore che consente di vivere una realtà aumentata o virtuale.
Nel frattempo l’intelligenza artificiale permette di fare cose sempre più straordinarie. Dalla generazione dei testi è passata alla creazione di immagini e musica, e recentemente ha imparato a produrre video: Sora, l’ultimo modello di OpenAI, può generare video di alta qualità a partire da un testo.
Mentre algoritmi e software progrediscono a velocità inaudita, l’hardware resta indietro o comunque cerca – molto più lentamente – di trovare nuove forme. “Nei prossimi cinque anni servirà qualcosa di più di uno smartphone per sfruttare al meglio l’IA” ha detto Demis Hassabis, Ceo di Google DeepMind, nel corso del suo intervento al Mobile World Congress 2024.
Luci e ombre dell’IA secondo Demis Hassabis (Google DeepMind): “Dovremo preoccuparci tra tre o quattro anni”
Hassabis si riferiva, in modo particolare, a occhiali smart e visori. Ma non è detto che un bracciale come quello di Motorola, più rifinito rispetto alla versione attuale, non possa avere un impatto significativo sul futuro.
E se in questi giorni viene spontaneo pensarlo, è anche perché Mark Zuckerberg – non molto tempo fa – ha parlato di una tecnologia a cui sta lavorando Meta che permetterà, tramite elettromiografia, di captare i segnali del sistema nervoso che partono dal cervello e arrivano alle mani, con l’obiettivo di controllare altri dispositivi digitali attraverso “gesture” mentali.
Fonte : Repubblica