PagoPA, che fine fa

Il governo studia la cessione di PagoPA, la società statale dei pagamenti verso la pubblica amministrazione, all’Istituto poligrafico e Zecca dello Stato (Ipzs) e Poste Italiane. Lo prevede l’ultimo decreto legge dedicato al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), varato il 26 febbraio in consiglio dei ministri. Nell’articolo dedicato alla futura app dell’identità personale, il progetto It-Wallet, l’esecutivo ha inserito un’opzione che consente alle due società di acquistare l’intera partecipazione azionaria dello Stato in PagoPA, oggi controllata al 100% dal ministero dell’Economia e delle finanze (Mef). Il piano prevede che Ipzs, a sua volta di proprietà del Mef, detenga la quota di maggioranza, non inferiore al 51%.

Il piano di cessione

Gli obiettivi dichiarati, si legge nella norma, che Wired ha potuto visionare, sono il “rafforzamento dell’interoperabilità tra le banche dati pubbliche”, la “valorizzazione della Piattaforma nazionale digitale dati” (uno dei progetti chiave del Pnrr, per spingere i sistemi informativi degli enti pubblici a scambiarsi informazioni direttamente, senza doverle chiedere ai cittadini) e la razionalizzazione” delle partecipazioni pubbliche. Il decreto legge deve passare ora al vaglio di Camera e Senato per la conversione nei successivi 60 giorni. E con esso il progetto di cessione di PagoPA, che è pur sempre un’opzione che i due potenziali acquirenti hanno diritto di esercitare. Non sono neanche indicati i tempi di questa operazione.

Insomma, nulla di automatico, ma è chiaro che aver messo nero su bianco l’iter di vendita dell’azienda, che comunque resterebbe per la maggioranza sotto il controllo pubblico, è un segnale delle intenzioni del governo. A quanto apprende Wired, il progetto di cessione è arrivato a sorpresa. Se la trasformazione della piattaforma in società per azioni, avvenuta nel 2019, conteneva in nuce l’obiettivo di arrivare in futuro all’incorporazione di PagoPA in una realtà più grande, il progetto non era mai stato formalizzato con scadenze e destinazioni. Lo ha fatto il governo Meloni.

Il capitolo identità digitale

Il grimaldello è l’It-Wallet, ossia l’app nazionale per l’identità digitale, che avrà una versione pubblica (un wallet sviluppato dallo Stato) e una privata (app fornite da aziende accreditate dall’Agenzia per l’Italia digitale, Agid), sulle quali potranno essere caricate, in una fase iniziale, la tessera sanitaria, la patente e la carta europea della disabilità. Il decreto, come anticipato da Wired, ha visto la luce molto più tardi delle previsioni del sottosegretario all’Innovazione digitale, Alessio Butti, in quota Fratelli d’Italia, che ha fatto dell’identità digitale uno dei suoi cavalli di battaglia: l’intenzione iniziale era di emanare questo decreto a luglio 2023.

Con l’app It Wallet l’Italia intende bruciare sul tempo il progetto di una app europea. Tuttavia sono le regole e gli standard comunitari a dettare legge. Sono già partiti i test di un progetto comune, ma l’Italia non guida nessuna delle quattro sperimentazioni. Una di queste, Potential, a trazione franco-tedesca, testerà alcuni casi d’uso in Trentino nel 2024.

Fonte : Wired