Alla scoperta del Brighton, prossimo avversario della Roma in Europa League

Tanti anni di “gavetta” (per così dire) ed ora la consacrazione a livello nazionale, a cui si unisce il primo tour europeo. Il Brighton rappresenta una delle realtà emergenti del panorama calcistico britannico, o meglio ancora di quella Premier League che i “Gabbiani” hanno riconquistato a distanza di 34 anni a primavera del 2017, grazie alla promozione certificata dalla matematica con tre turni di anticipo. Ma è stato con la scelta di affidarsi a Roberto De Zerbi che il Brighton ha operato la trasformazione da club minore votato a mantenere la categoria a una delle mine vaganti della Premier, ruolo che il club vorrebbe esportare anche nelle competizioni continentali limitando le carenze più evidenti legate alla scarsa esperienza, alla discontinuità di rendimento ed il prestare il fianco alle azioni di rimessa avversarie. Aspetti, questi che hanno a volte portato i biancoblù ad incassare sconfitte con passivi piuttosto rilevanti. Fermo restando che l’esuberanza della “linea verde” costituisce un elemento esplosivo con cui gli avversari sono spesso obbligati a fare i conti. Caratteristica emersa già lo scorso anno, con uno spettacolare sesto posto finale che ha regalato la prima storica qualificazione in Europa a cui si aggiunge la semifinale di FA Cup persa solamente ai rigori contro il Manchester United.

Non c’è solo infatti la vocazione ultraoffensiva a distinguere il Brighton ma anche il (redditizio) ricorso alla gioventù di qualità, che a suon di prestazioni e gol è sempre al centro dell’interesse dei club che concorrono per la supremazia britannica e continentale. Tanto che, ad eccezione del tedesco Pascal Groß e del capitano di lungo corso Dunk – demandati a governare rispettivamente centrocampo e difesa – e del portiere Steele (il quale peraltro lascia spesso il posto tra i pali al ventunenne Verbruggen), la colonna portante della squadra guidata dal tecnico italiana è composta da diversi talenti emergenti. A partire dalla stella Evan Ferguson, diciannove anni e già nazionale irlandese con una valutazione di sessanta milioni di euro, alter ego del brasiliano João Pedro capocannoniere della squadra e che in Europa League ha un bottino di sei reti in altrettante partite.

Non ci sarà il giapponese Mitoma, fermato da un brutto infortunio (al suo posto ci sarà un altro sorvegliato speciale come il ventiduenne ivoriano ex Villareal Simon Adingra) ma non mancherà Ansu Fati – in prestito dal Barcellona – rientrato dopo uno stop di due mesi per un problema al polpaccio. E l’elenco si potrebbe allungare menzionando il diciannovenne argentino Buonanotte – spendibile come trequartista ed attaccante esterno – o il titolare dell’Under 19 inglese Hinshelwood, cresciuto nel vivaio del club ed utilizzato sia come laterale che in mezzo al campo, regno del nazionale scozzese Gilmour (classe 2001) da inserire nella lista degli insostituibili. Tanto, insomma, il talento e la voglia di sorprendere. A cui la Roma dovrà fare particolare attenzione.

Fonte : Today