Sarà più difficile minacciare i giornalisti con azioni legali a scopo puramente intimidatorio, per costringerli a desistere dall’investigare questioni che potrebbero risultare scomode per i potenti di turno. Ieri, (martedì 27 febbraio), gli eurodeputati hanno approvato in via definitiva (con 546 voti favorevoli, 47 contrari e 31 astensioni) le norme a tutela dei giornalisti e degli attivisti contro le azioni legali vessatorie, chiamate colloquialmente anche “querele temerarie” o “cause bavaglio”, che vengono spesso avviate ai loro danni per metterli a tacere.
La direttiva in questione, concordata con il Consiglio lo scorso 30 novembre, mira a garantire che individui e organizzazioni che lavorano su questioni di interesse pubblico (come i diritti fondamentali, la corruzione, la protezione dei sistemi democratici o la disinformazione) possano godere della protezione dell’Ue contro quelle cause che vengono intentate in maniera strategica ai loro danni da posizioni di maggiore potere (in inglese Strategic Lawsuit Against Public Participation, acronimo Slapp). Tale tutela si applicherà a tutte le cause transfrontaliere.
Il testo approvato dall’Aula introduce tra le altre cose due garanzie specifiche: l’archiviazione anticipata se la causa è infondata, da un lato, e la possibilità di imputare al ricorrente le spese processuali stimate e il risarcimento dei danni dall’altro. Se il convenuto richiede l’archiviazione anticipata, spetterà al ricorrente dimostrare che vi sono invece motivi per portare avanti il procedimento. Il tribunale potrà dal canto suo imporre altre sanzioni ai ricorrenti, che spesso sono politici, aziende o gruppi di pressione, ad esempio condannandoli al risarcimento dei danni.
Per evitare il cosiddetto forum shopping (quando il ricorrente sceglie la giurisdizione in cui le sue possibilità di successo sono maggiori), le nuove norme prevedono che le decisioni di un Paese terzo in procedimenti infondati o abusivi nei confronti di persone o istituzioni dell’Ue non potranno essere riconosciute.
Secondo il relatore del dossier, il socialdemocratico tedesco Tiemo Wölken, “le cause Slapp sono una minaccia allo Stato di diritto e pregiudicano seriamente i diritti fondamentali alla libertà di espressione, di informazione e di associazione” e costituiscono “una forma di molestia legale e un abuso del sistema giudiziario” da parte dei potenti per sfuggire allo scrutinio del pubblico. Secondo i dati della Coalizione contro le Slapp in Europa (Case), le cause di questo genere sono aumentate sensibilmente negli ultimi anni, soprattutto dopo la metà del decennio scorso, con la Polonia che figura come lo Stato membro con più processi di questo tipo.
In Italia, il governo di Giorgia Meloni ha recentemente proposto un ddl che introduce maxi sanzioni per i giornalisti, fino a 50mila euro più i danni in sede civile, prevede rettifiche “senza commento, senza risposta e senza titolo” e sposta il foro competente nella città del querelante, costringendo i cronisti e i loro avvocati a costosi spostamenti, un testo che l’Ordine dei giornalisti ha definito “una bomba ad orologeria” che “per come è congegnato intimidisce il giornalismo d’inchiesta”.
Fonte : Today