“Quando ho lasciato Diana si è spenta la mente, non ero più mamma”: la confessione di Alessia Pifferi

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“In quei giorni la mia mente si è proprio spenta verso la bambina, si è distaccata dal ruolo di mamma”, ha spiegato Alessia Pifferi durante i colloqui alla presenza dello psichiatra Elvezio Pirfo, autore della perizia superpartes richiesta dalla Corte d’Assise di Milano.

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Alessia Pifferi, arrestata per l’omicidio della figlia Diana

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“Perché ha perso sua figlia? Cos’è successo, secondo lei?”. Parla per ore Alessia Pifferi davanti agli psichiatri che la stanno sottoponendo alla perizia psichiatrica superpartes disposta dalla Corte d’Assise di Milano per accertare se la 38enne, a processo per aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi Diana nel luglio del 2022, fosse capace di intendere e di volere al momento dei fatti. La donna ha una sola risposta all’unica domanda possibile: perché? “La mia mente aveva come dimenticato che ero una mamma. Si è spenta dal ruolo di mamma, come si offuscasse dalla bambina“.

“Non è stata una cosa premeditata, né pensata, nè…niente”, spiega Alessia Pifferi al dottor Elvezio Pirfo. “Sono stata distante troppi giorni e la bambina non aveva sufficiente latte”. La donna, dal 14 al 20 luglio 2022, ha lasciato la figlia Diana chiusa nel suo appartamento del quartiere Ponte Lambro, periferia est di Milano, mentre si trovava insieme al compagno nella Bergamasca. Accanto al corpicino ormai senza vita, i soccorsi trovano un biberon contenente circa 130 millilitri di latte.

“In quei giorni la mia mente si è proprio spenta verso la bambina, si è distaccata dal ruolo di mamma. È come se la mamma e la donna fossero separate tra loro”, racconta. “Diana è sparita dalla mia testa. Si è annullata dal ruolo di madre quando ero con quell’uomo”. Insieme a lui, secondo quanto emerso dall’attività investigativa, in quei giorni d’estate esce più volte a cena nella zona del lago d’Endine. E, quando passa da Milano per accompagnarlo durante una trasferta di lavoro, non torna a far visita alla figlia abbandonata in casa.

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“Pensavo alla bambina, sì, però allo stesso tempo avevo paura di parlare con lui…avevo paura di una sua reazione visto che in passato lui è stato parecchio sgarbato con me, alzava spesso la voce. Pensavo di trovarla, la bambina, quando sono tornata a casa dopo sei giorni”. La piccola, invece, è morta da almeno un giorno. Ha già piedi e mani annerite.

E precisa: “Non penso di essere una cattiva madre perché comunque mia figlia stava sempre con me. Ma ad oggi mi sento una cattiva madre, potevo stare a casa con lei senza cercare un compagno che mi facesse da marito, da papà per Diana. Provo molto dolore e molta rabbia verso me stessa”. L’esito della perizia redatta dal dottor Pirfo decreterà Alessia Pifferi pienamente capace di intendere e di volere, e non certo affetta da un grave ritardo mentale come avanzato dalle psicologhe di San Vittore ora indagate dal pm Francesco De Tommasi per falso ideologico e favoreggiamento. Una donna con personalità dipendente e affetta da alessitimia, ossia l’incapacità di esprimere e provare sentimenti.

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Fonte : Fanpage