Spazio europeo dei dati sanitari, a che punto siamo?

Migliorare l’assistenza sanitaria e stimolare la ricerca. Sono queste le finalità a cui vuole rispondere lo spazio europeo dei dati sanitari, rendendo disponibili in un formato europeo comune i dati provenienti da cartelle cliniche, prescrizioni elettroniche, immagini diagnostiche ed esami di laboratorio. Il risultato? Un più facile accesso ai servizi sanitari per i cittadini europei, eliminando le preoccupazioni legate alla continuità delle cure durante i viaggi all’interno dell’Ue.

Alla base, come condizione chiave, c’è la fiducia. Fiducia che la sicurezza informatica sia garantita; fiducia di poter mantenere il pieno controllo dei propri dati sanitari, decidendo quando e con chi condividerli; fiducia in una definizione chiara degli ambiti di utilizzo secondario dei dati.

Attualmente, i negoziati tra Parlamento, Consiglio e Commissione europea sono in corso per definire un quadro normativo comune che regoli la condivisione dei dati sanitari tra gli Stati membri. Rapidi i progressi compiuti sui principali aspetti tecnici del regolamento, su cui c’è sostanziale accordo. Tuttavia, una questione critica che richiede ulteriori discussioni riguarda la possibilità per i pazienti di rinunciare all’uso secondario dei propri dati sanitari. Su questo punto, vi sono posizioni divergenti: armonizzare le regole a livello europeo introducendo per tutti un meccanismo di opt-out (possibilità di opporsi all’utilizzo dei propri dati) o lasciare tale decisione agli stati membri?

L’uso secondario dei dati sanitari può essere estremamente vasto, comprendendo una serie di informazioni che vanno dalle cartelle cliniche ai dati genetici, dai registri di sanità pubblica alle sperimentazioni cliniche, fino ai dati sanitari generati dalla persona, compresi dispositivi medici, applicazioni per il benessere o altre applicazioni di sanità digitale. Questi dati anonimizzati possono essere utilizzati per una serie di scopi di interesse collettivo, compresa la protezione della salute pubblica, la produzione di statistiche ufficiali, la ricerca scientifica, oltre che per allenare algoritmi di intelligenza artificiale e sviluppare software predittivi.

Molti paesi europei hanno già creato spazi dedicati per facilitare lo scambio di informazioni sanitarie tra le istituzioni e i professionisti del settore. Ad esempio, la Francia ha sviluppato l’Health data hub: una piattaforma per l’archiviazione e l’analisi dei dati sanitari al fine di promuovere la ricerca medica e l’innovazione nel settore della salute. Il programma di lavoro 2024 dell’Health data hub è strutturato attorno a quattro assi strategici:

Fonte : Wired