AGI – A cinquant’anni dalla strage di piazza della Loggia del 28 maggio 12974 la giustizia brama ancora pezzi di verità ed è inevitabile che lo scorrere del tempo assottigli le possibilità di approfondire fatti ingialliti dal tempo anche se ancora vivissimi e dibattuti nella memoria storica del Paese. Scorrendo le liste dei testimoni depositate da Procura, parti civili e difesa, visionate dall’AGI, in vista dell’inizio il 29 febbraio del processo a Roberto Zorzi, accusato di essere uno degli esecutori dell’attentato di matrice neofascista, emerge che molti testimoni hanno tra i 90 e i 100 anni.
L’elenco degli avvocati Stefano Casali ed Edoardo Lana, difensori dell’allora giovane ordinovista, ora cittadino americano, consta di ben 113 persone. Spetterà ovviamente alla Corte d’Assise di Brescia deciderà se eventualmente sfoltirlo ma nel frattempo questi nomi messi uno in fila all’altro restituiscono i connotati di un’altra epoca.
Il più anziano a essere chiamato è Giovanni Majorana, bresciano, 101 anni. Gli viene chiesto di deporre sul “presunto covo di ‘Anno Zero’, vicolo cieco posto in via Aleardi dive Silvio Ferrari e Ombretta Giacomazzi si sarebbero incontrati coi militari dei carabinieri per scopi illeciti”. Il 97enne Antonio Barbato, all’epoca carabiniere a Verona, viene citato sugli “eventuali accessi di Silvio Ferrari e Ombretta Giacomazzi nel 1974 presso il Comando militare”.
Il 92enne Lucio Inneco, generale di corpo d’armata, era ufficiale dell’esercito con l’incarico di capo ufficio della Ftase, ovvero la Nato, a Palazzo Carli a Verona, viene chiamato su uno dei capitoli più suggestivi della vicenda, quella sul cosiddetto ‘Deep State’, come lo definiscono gli inquirenti. Stesso ruolo in veste di testimone avrebbe l’allora carabiniere Domenico Pisani, classe 1933. A questo proposito, la difesa ritiene importante anche la testimonianza di Giovanni Mannarino, 92 anni, all’epoca carabiniere in servizio a Parona, frazione di Verona, “su eventuali riunioni straordinarie rispetto alla normale e lecita attività di un caserma dei carabinieri”. Stessa età per Bruno Tuttopetto, carabiniere del Nucleo Investigativo veronese, tra gli autori delle indagini all’epoca. Gli avvocati delle parti civili sono stati decisamente più parchi nelle loro richieste e hanno chiamato solo 17 testi, mentre la Procura chiede di ascoltare i racconti in aula di 47 persone. (AGI)
Fonte : Agi