L’Unione europea rispetto alla guerra a Gaza “è stata assente”, e invece Bruxelles e gli Stati membri dovrebbero prendere misure concrete per convincere Israele a porre fine a quello che è “il conflitto peggiore del secolo”. È quanto chiede la leader del gruppo de La Sinistra al Parlamento europeo, Manon Aubry, che ha criticato anche le altre formazioni politiche dell’Aula che, a suo avviso, dovrebbero chiedere con più forza lo stop ai combattimenti. L’eurodeputata francese de La France Insoumise ha sostenuto anche che bisogna difendere “sempre la possibilità di protestare pacificamente” in riferimento alle cariche della polizia contro il corteo degli studenti pro-Palestina a Pisa di venerdì scorso.
Parlando ad un briefing con la stampa a Strasburgo, Aubry ha denunciato quello che ritiene essere un doppio standard da parte dell’Occidente tra la riposta alla guerra in Ucraina e quella alla guerra a Gaza. “Perché sulla situazione ucraina abbiamo decine di risoluzioni in ogni fase del conflitto, cosa necessaria e gradita, mentre sulla situazione a Gaza i politici si rifiutano ostinatamente di avere una risoluzione con un messaggio e un appello chiari?”, si è chiesta. Il Parlamento europeo ha chiesto un cessate il fuoco, ma sul punto non c’è ancora consenso tra tutti gli Stati membri. Bruxelles e tutti i governi del blocco dovrebbero invece fare pressione su Tel Aviv affinché fermi gli attacchi, che in cinque mesi hanno già ucciso circa 30mila persone, per la maggio parte civili, tra cui migliaia di donne e bambini.
L’Unione europea dovrebbe chiedere “un cessate il fuoco permanente e immediato nella Striscia di Gaza, mentre le truppe si avvicinano a Rafah e, soprattutto, si intensificano i bombardamenti”. Nella città al sud della striscia, ha ricordato la deputata, si sono rifugiate quasi un milione e mezzo di persone per scappare alla guerra, e un attacco a Rafah potrebbe avere conseguenze catastrofiche. Per evitarlo l’Ue dovrebbe fare pressione su Israele ad esempio “con delle sanzioni”, o anche con la “sospensione dell’accordo di associazione” che l’Europa ha con la nazione, e soprattutto con “la sospensione dell’esportazione di armi per non partecipare a quelli che sono dei crimini di guerra e delle violazioni del diritto internazionale”. La co-presidente del gruppo The Left ha ricordato la sentenza dello scorso mese della Corte internazionale di giustizia, che ha ordinato a Israele di attuare sei misure provvisorie, tra cui l’adozione di “misure immediate ed efficaci per consentire la fornitura di servizi di base e assistenza umanitaria urgentemente necessari”.
“Nei prossimi mesi combatteremo, non molleremo, cercheremo di avere delle risoluzioni e salvare uomini e bambini che si trovano nel peggiore conflitto del Ventunesimo secolo”, ha promesso l’europarlamentare. La deputata francese ha criticato anche la repressione di diverse proteste a favore della Palestina. “In tutta l’Unione europea i manifestanti sono presi di mira e accusati di essere antisemiti”, mentre invece “noi mettiamo sullo stesso piano le vite degli israeliani e degli abitanti di Gaza”. Il gruppo della Sinistra europea sarà “sempre dalla parte delle proteste pacifiche”, ha garantito Aubry, sostenendo che l’obiettivo delle manifestazioni “è fare pressione sull’estrema destra israeliana per fermare davvero questa guerra”, che ha causato “una crisi umanitaria”.
Fonte : Today