Dune, il sequel di David Lynch che non abbiamo mai visto

Dopo la rianimazione frankensteiniana di Duncan, Scytale riceve una nuova missione da Abulurd Harkonnen II (fratellastro del Barone Vladimir nonché padre degli ormai defunti Feyd e Rabban) per aiutarlo a rubare un verme dell’Imperatore Paul Atreides, ora Muad’Dib. Il fratellastro Abulurd non ha un ruolo reale nei libri di Herbert, ma è menzionato nelle appendici. “Con Abulurd, sospetto che Lynch volesse trovare un modo per mantenere gli Harkonnen nella storia”, afferma Kennedy, “Si è divertito a creare i loro personaggi, ma alla fine del film originale sono tutti morti”. La sceneggiatura semilavorata presenta anche il ritorno dei monologhi della voce interiore che disseminano Dune di Lynch, spesso criticati, come quando Abulurd pensa tra sé e sé: “Sì… questo Scytale potrebbe essere un buon distrans – inconsapevolmente… sì!”. I “distrans” sono persone o animali che trasportano un messaggio impiantato nel loro cervello che può essere sbloccato con una parola, analogamente a Johnny Mnemonic di William Gibson.

Dopo aver ricevuto i suoi ordini, Scytale si imbarca su un Heighliner per Wallach IX, un pianeta innevato dove lui, la Principessa Irulan, Madre Mohiam e un Navigatore della Gilda pianificano la caduta di Paul. Da qui la sceneggiatura assomiglia di più a Messia di Dune di Herbert, perché è qui che inizia il libro. “Messia di Dune era un sequel problematico”, osserva McGill, che ha collaborato spesso con Lynch, anche in Twin Peaks: “L’avventura veloce del primo libro si scontra con la lentezza dell’amministrazione civile del secondo. Preservare l’Impero può richiedere molte riunioni, decreti o cospirazioni. Il trattamento di David mostra che stava lavorando duramente per costrastare questo aspetto”. La sposa di Paul, Irulan (Virginia Madsen), torna ad Arrakeen dopo dodici anni, e la trova costellata di nuovi edifici circondati da “giardini con strane piante esotiche provenienti da tutto l’universo“, con al centro un palazzo d’oro massiccio.

Nel finale molto discusso di Dune del 1984, un Paul Atreides simile a un dio faceva piovere per la prima volta su Arrakis, forse distruggendo tutti i vermi (il contatto con l’acqua è letale per loro). Nonostante la bozza di Dune II non disconosca la scena (Irulan chiede a Paul: “Non lascerai mai più piovere?“), i vermi continuano a prosperare, compreso uno che Paul tiene sotto la sua enorme sala del trono sotterranea, luogo che la sceneggiatura descrive come “la più grande stanza dell’universo, con un passaggio di accesso in oro massiccio lungo quindi kilometri, con soffitti immensi”. Nel suo romanzo, Herbert aveva mostrato i disordini tra i Fremen attraverso le conversazioni; nella sua sceneggiatura, invece, Lynch aveva esposto l’opposizione al dominio di Paul attraverso una forma più cinematografica: un combattimento con i coltelli. Un anonimo guerriero Fremen sfida Paul a duello, ma la compagna di Paul, Chani (che sarebbe stata interpretata, come nel primo film di Lynch, da Sean Young), dice che deve prima ucciderla se vuole colpire Paul. Chani sconfigge in breve tempo il guerriero, mettendolo a terra con due calci e puntandogli il coltello al collo: “Se li uccido… si sparge la voce che anche la concubina di Paul uccide il più forte degli sfidanti“.

Fonte : Wired