Partiamo da un assunto: “Sangue Loro – Il ragazzo mandato a uccidere”, il nuovo podcast di Pablo Trincia e Luca Lancise è un buon prodotto, apprezzabile dall’ascoltatore più o meno allenato. La produzione di SkyTg24 e Chora Media garantisce un livello qualitativo e un investimento nel confezionamento del prodotto molto al di sopra di tanti altri podcast disponibili sulle piattaforme.
“Sangue loro” è schizzato immediatamente in testa a tutte le classifiche streaming, come d’altronde accade a ogni progetto realizzato da o con la collaborazione di Pablo Trincia, assurto nell’ambiente a certificatore di grandi storie e altrettanto grandi numeri, come accaduto lo scorso autunno con “Dove nessuno guarda”, il minuzioso lavoro investigativo sul caso di Elisa Claps, la giovane ragazza uccisa a Potenza all’inizio degli anni ’90.
Eppure, pur consapevoli che questi prodotti appartengono a un “campionato” a sé – e sarebbe perfino infelice metterli a paragone con altri – una classifica interna tra i podcast di Trincia, visto il numero di titoli che vanno via via accumulandosi nel suo portfolio, si trasforma in un esercizio critico utile e necessario. E in questo campionato immaginario, Sangue Loro non è da considerarsi il miglior risultato realizzato dal giornalista.
Di cosa parla Sangue Loro
“Sangue loro” è la storia di un uomo, Hassan, e una donna, Daria, i cui destini si incrociano durante la stagione degli attentati compiuti in Italia negli anni ’80 dalle organizzazioni terroristiche per la liberazione della Palestina. Il 25 settembre del 1985, a Roma, la sede della British Airways in via Bissolati viene devastata per mano di un fedayin (in arabo “devoto”, colui che si sacrifica); una dipendente dalla compagnia, Raffaella Leopardo, muore dopo giorni di ricovero in seguito alle ustioni riportate durante l’attentato terroristico. Daria, co-protagonista del podcast, è la figlia di Raffaella; Hassan, il fedayin dell’attentato.
Cosa funziona e cosa non ci ha convinto di Sangue Loro
In narratologia, lo studio delle strutture narrative, si distingue la storia, ossia il susseguirsi cronologico delle vicende raccontate (A, B, C, D) dall’intreccio, ovvero la modalità con cui gli episodi accaduti con un certo ordine sono disposti dal narratore (B, C, A, D). Una storia articolatissima e ricca di vicende, come quella oggetto di “Sangue Loro”, è raccontata per mezzo di un intreccio spericolato che sacrifica talvolta la comprensibilità dell’accaduto.
Trincia e Scalise decidono di articolare il racconto senza isolare il singolo episodio, ma contestualizzando da un punto di vista macroscopico – storico e geopolitico – le vicende, e aggiungendo dettagli, particolari e giocando con i piani temporali come su un tavolo da ping pong nel quale la pallina passa con disinvoltura tra presente e passato in scambi fulminei e repentini. Pur prestando tutta l’attenzione possibile, è difficile non confondersi, perdendosi nei meandri di un racconto tutto giocato sul virtuosismo narrativo.
Fonte : Wired