Il ministro Qoumas annuncia un allargamento delle “competenze” in una prospettiva “interreligiosa” della Kua. Dai fedeli musulmani estende la propria autorità a “tutti i cittadini” indonesiani. Porte aperte anche per le cerimonie nuziali o per i fedeli di religioni che non hanno ancora luoghi di culto.
Jakarta (AsiaNews) – L’ufficio per gli Affari religiosi (Kantor Urusan Agama, Kua) in Indonesia, nazione musulmana più popolosa al mondo, allarga le “competenze” in una prospettiva “interreligiosa” facendo valere la propria autorità non solo sui musulmani, come in passato, ma per tutte le fedi. È quanto ha annunciato il 24 febbraio scorso il ministro per gli Affari religiosi Yaqut Cholil Qoumas, spiegando che la Kua non si rivolgerà solo ai fedeli dell’islam ma estende la propria autorità “a tutti i cittadini indonesiani”. “Siamo tutti d’accordo in linea di massima per un cambiamento radicale dello status (legale) dell’ufficio” ha detto Qoumas, durante l’incontro nazionale col personale della Direzione generale dell’orientamento musulmano del ministero.
La decisione del ministero non sorprende, dal momento che il titolare del dicastero proviene dall’organizzazione islamica più moderata del Paese, la Nahdlatul Ulama (NU). Prima di essere nominato ministro durante il secondo mandato del presidente Joko “Jokowi” Widodo, Quomas era il capo dell’ala paramilitare della NU, meglio nota come Banser. Il ministro ha anche detto che la Kua aprirà le sue porte per procedere alla cerimonia nunziale a qualsiasi cittadino indonesiano, a prescindere dalla fede professata e non solo i musulmani come in passato.
Per la maggior parte degli indonesiani la Kua garantirebbe i propri servizi solo alle coppie di musulmani in procinto di sposarsi, con la registrazione ufficiale dell’atto o la conferma del divorzio. Ma da oggi si cambia: “La Kua – spiega il ministro – sarà anche il luogo in cui tutte le coppie potranno registrare i loro certificati di nozze” a prescindere dalla fede professata.
Il matrimonio in Indonesia è considerato valido e legalmente corretto solo se viene celebrato in un’istituzione religiosa. Per i cristiani e i cattolici significa che l’atto deve avvenire solo ed esclusivamente in chiesa, davanti a un pastore o a un sacerdote. Dopo la cerimonia, gli sposi devono recarsi al cosiddetto Ufficio di registrazione civile per ufficializzare il loro legame. Ad oggi non è chiaro se le funzioni dell’ufficio civile e della Kua si sovrapporranno o meno. Affrontando tali questioni fondamentali, il ministro Qoumas afferma che tutti i dati registrati da entrambe le agenzie dovrebbero essere sincronizzati. E validi.
Il ministro ha poi dichiarato che la sala funzioni della Kua dovrebbe essere aperta e senza restrizioni alle congregazioni religiose non musulmane che non hanno ancora luoghi di culto. Il direttore generale del ministero per la Guida musulmana, Kamaruddin Amin, ha quindi aggiunto che da quest’anno l’ufficio per gli Affari religiosi sarà ufficialmente un servizio rivolto “a tutti gli indonesiani”. Del resto esisteva già prima dell’indipendenza, nel 1945, quando l’era coloniale olandese istituiva la cosiddetta Agenzia per le popolazioni indigene, poi trasformata dai giapponesi in Ufficio religioso per i musulmani.
Fonte : Asia