Il generale dell’Esercito Roberto Vannacci sarebbe indagato dalla procura di Roma in relazione ad alcune affermazioni contenute nel suo libro ‘Il mondo al contrario’. Il reato contestato è istigazione all’odio razziale. Secondo quanto viene riferito da diverse agenzie di stampa, il procedimento è stato avviato dai pm di piazzale Clodio dopo le denunce presentate nelle scorse settimane da alcune associazioni.
“L’unica istigazione fatta è quella alla riflessione e alla lettura” ha replicato l’avvocato Giorgio Carta, difensore del generale, specificando che nel libro non c’è “nessuna istigazione all’odio”. “Anche Galileo Galilei – ha aggiunto il legale – è stato processato per le sue idee ma 300 anni dopo è stato ‘assolto’. Speriamo, per dati anagrafici, di risolvere prima questa vicenda prima”.
L’inchiesta per peculato e truffa
Il generale risulterebbe sotto inchiesta anche per peculato e truffa, dopo un’ispezione del ministero della Difesa sul periodo in cui ha ricoperto l’incarico di addetto militare a Mosca. La notizia era stata riportata sabato dal Corriere della Sera, in un articolo firmato da Fiorenza Sarzanini. L’ispezione ministeriale sul generale Vannacci si sarebbe conclusa con “almeno tre contestazioni” indennità di servizio per i familiari percepite illecitamente, spese per benefit legate all’auto di servizio e rimborsi per l’organizzazione di eventi e cene che poi non si sarebbero concretizzati. L’informativa avrebbe evidenziato “criticità, anomalie e danni erariali nelle autocertificazioni e richieste di rimborso depositate”, che secondo gli ispettori “devono essere valutate dall’autorità giudiziaria”.
Si tratta ovviamente di un’inchiesta del tutto distinta da quella per istigazione all’odio razziale avviata dalla procura di Roma che, secondo le prime informazioni, riguarderebbe esclusivamente alcuni passaggi del libro di Vannacci.
Fonte : Today