“Sesso a pagamento dietro l’omicidio di Bledar Dedja”: fermato un ragazzino di 17 anni

Il 39enne albanese era stato ucciso in un boschetto del Grappa. Il ragazzino tradito da una ferita alla mano e immortalato da una telecamera. Secondo le ricostruzioni pare volesse interrompere la relazione sessuale con la vittima.

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Ci sarebbe l’ombra della prostituzione minorile dietro l’omicidio di Bledar Dedja, il 39enne di origine albanese trovato morto in una zona isolata di Pieve del Grappa (Treviso) il 21 gennaio scorso, colpito da numerose coltellate.

Ieri è stato fermato un minorenne, a cui gli inquirenti sarebbero risalti in base a testimonianze ed a confronti con tracce di Dna: si tratta di un ragazzino di 17 anni, residente nel comune di Pieve del Grappa; l’ipotesi è che la vittima, sposato e con due figli piccoli, lo costringesse ad avere rapporti sessuali in cambio di denaro, ricattandolo perché non dicesse nulla e che il giovane, esasperato, gli abbia teso una trappola per “liberarsene”.

Il 17enne si trova adesso in carcere a disposizione dell’autorità giudiziaria. Stando a quanto ricostruito avrebbe conosciuto Dedja circa un anno fa durante un periodo di alternanza scuola-lavoro che aveva svolto dove lavorava l’albanese. Una delle ipotesi su cui si sta lavorando sarebbe quella secondo cui il 17enne avrebbe voluto interrompere quel possibile rapporto morboso ma il 39enne avrebbe rifiutato tentando anche di ricattarlo.

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Avrebbe dunque concordato un appuntamento con l’uomo nel pomeriggio del 20 gennaio scorso e l’incontro – in un boschetto lontano da occhi indiscreti nei pressi Paderno del Grappa (Treviso) – sarebbe poi degenerato nell’omicidio. Il giorno dopo il corpo del 39enne è stato trovato da un amico che partecipava alle ricerche, dopo la segnalazione della sparizione.

Una telecamera di videosorveglianza collocata sulla strada principale che porta al bosco avrebbero ripreso il 17enne allontanarsi a piedi dopo essere arrivato in auto in compagnia della vittima. Non lontano sono stati rinvenuti gli abiti che indossava durante il delitto, l’arma ancora insanguinata e le chiavi della macchina dell’uomo.

Dedja è stato colpito con una ventina di coltellate di cui una, quella mortale, sferrata da dietro perforandogli un polmone e provocando una vasta emorragia. Sulle sue mani il medico-legale aveva riscontrato una serie di ferite superficiali: è probabile che abbia provato a difendersi.

Ad incastrare il ragazzino ci sarebbero dei messaggi trovati sul ‘secondo cellulare’ di Dedja che provano dei contatti con il sospettato. Ma soprattutto quelle ferite alle mani che il 17enne si sarebbe procurato durante la colluttazione lo scorso 20 febbraio.

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Fonte : Fanpage