Ucraina: com’è la situazione della guerra, due anni dopo

Sabato 24 febbraio segna due anni da quando la Russia ha lanciato la sua invasione su larga scala dell’Ucraina (o, come la chiamano a Mosca, l’operazione militare speciale). Nel febbraio 2023 l’atmosfera già non era delle migliori, la fine del conflitto era chiaramente lontana ma il fronte anti-Vladimir Putin e il governo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky potevano contare su ampio consenso e si consolavano, nell’immobilità del fronte, col fatto che nessuno dei due attori in guerra sembrasse in procinto di mollare.

Nell’inverno del 2024 il quadro è molto più fosco: la “Z” dell’invasione non solo ha stabilizzato il fronte, vedendo la controffensiva ucraina fallire, ma si è presa la fortezza di Bakhmut e la città di Avdiivka, nella regione orientale del Donetsk, sebbene al prezzo di enormi perdite umane. L’economia russa, seppur costretta a guardare alla Cina e a chiudersi a ovest, non solo non è crollata, ma cresce anche di più dell’Eurozona. Il presidente russo Vladimir Putin non è mai stato così saldo al potere, nonostante il primitivo tentativo di golpe del capo della milizia privata Wagner, Yevgeny Prigozhin, nell’estate 2023, poi morto nello schianto del suo aereo.

E gli ucraini? Per la prima volta dall’inizio della guerra, una maggioranza è convinta che il loro paese stia andando nella direzione sbagliata. La percentuale di coloro che ritengono che l’Ucraina stia seguendo la direzione sbagliata è del 46%, superando il 36% di chi ritiene che stia andando nella giusta direzione. Nonostante la fiducia nell’abilità dell’Ucraina di respingere un attacco russo (85%), solo il 19% è sicuro di una vittoria senza il supporto internazionale. Le aspettative di una vittoria entro un anno sono scese, passando dal 25% a giugno 2023 al 39% attuale. Lo dice un sondaggio dell’istituto Rating, solitamente da prendere con le pinze perché “troppo ottimista”.

Sensazioni negative

Dopo 730 giorni dall’inizio dell’invasione le sensazioni sono insomma negative, per l’Occidente e il suo alleato protetto. La mancata conquista di Kyiv da parte dell’esercito russo non è più un motivo di vanto: la vita nella capitale ucraina scorre lenta con rassegnazione e dignità, ma tra un allarme aereo e qualche occasionale missile che va a segno l’economia ucraina è al palo, e il tappeto di bandierine gialloblù in piazza Maidan, a rappresentare i caduti al fronte, si allarga sempre di più. Sì, la variazione netta del controllo territoriale da parte dell’esercito russo in prima linea nel 2023 ammonta a poco più dello 0%. Ma così è pure per l’esercito ucraino, e in una guerra di logoramento il paese occupato si ritrova con decine di migliaia di giovani morti al fronte e milioni di altri emigrati.

Sta venendo meno l’alleato principale. Il Congresso degli Stati Uniti non ha ancora approvato un nuovo pacchetto di aiuti militari per l’Ucraina, in un momento in cui Kyiv è quanto mai dipendente da essi. L’ombra dell’ex president Donald Trump si allunga sul destino del conflitto in Ucraina e, per il momento, assume la forma del blocco dei finanziamenti e del supporto militare da parte statunitense.

Fonte : Wired