A Sanremo vincono sempre un po’ tutti. C’è il vincitore effettivo (una vincitrice, finalmente, quest’anno: Angelina Mango), c’è il “vero” vincitore che avrebbe trionfato se a votare fosse solo “laggente”, c’è il vincitore morale (“Essere sempre la vincitrice morale è un po’ una rottura di palle, fatemelo dire“, Loredana Bertè dixit), ci sono i vincitori delle classifiche e delle vendite e così via. E poi ci sono loro: i Ricchi e Poveri. Partecipanti all’ultima edizione del festival come la quota-boomer-che-fa-simpatia, in quell’alchimia perfettissima che sono stati gli Ariston di Amadeus, si sono rivelati molto di più: più giovani e pimpanti di molti millennial in competizione, hanno sfornato una canzone (Ma non tutta la vita) che ti colonizza il cervello peggio di un impianto di Matrix, nelle interviste erano sempre sorridenti e disponibili, saltavano da un’ospitata all’altra, da una festa all’altra, facevano le faccette, e via così per una settimana e più.
Il trionfo su TikTok
Ma la vera vittoria dei Ricchi e Poveri è stata sui social: la vitalità straripante di Angela Brambati (aka La Brunetta) ha generato meme e reel, molti dei quali facevano riferimento ironicamente all’assunzione di sostanze per giustificare il suo mood ipercinetico, considerato inusuale per una classe 1947 come lei; la stessa cantante, o meglio il suo team social, ha colto la palla al balzo e risposto su TikTok propinando la vera sostanza dopante di Angela: la tisana al mirtillo. In generale la loro strategia social si è dimostrata azzeccatissima, associata ad alcune scelte di stile (il fioccone rosso della serata d’esordio, gli abiti stravaganti, il duetto con Paola e Chiara nella sera del venerdì) che hanno fatto schizzare il loro hype alle stelle. Quando poi sempre l’incontenibile Angela, ospite di Fiorello a Viva Rai 2, è salita sulla moto di uno sconosciuto ed è partita cavalcando verso l’infinito orizzonte, ecco, lì era fatta: l’immortalità del web è vostra, R&P.
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L’esperienza conta
In questo clamore inaspettato non c’è solo una sapiente riverniciatura young. I Ricchi e Poveri non si sarebbero imposti come hanno fatto se non avessero alle spalle una carriera longeva e navigata, una solidità che gli idoli delle generazioni più recenti non possono vantare, per ovvie ragioni anagrafiche. Il gruppo nasce alla fine degli anni Sessanta a Genova, a imitazione dei gruppi polifonici statunitensi formati da due coppie di cantanti. Infatti, come ricordano coloro nati prima di Facebook, in origine erano un quartetto formato da Franco Gatti, Marina Occhiena, Angelo Sotgiu e Angela Brambati, appunto. Le loro voci diverse (sono rispettivamente basso, tenore, soprano e contralto) si amalgamano alla perfezione e conquistano, prima ancora di convincere le case discografiche, nomi affermati come Fabrizio De André e soprattutto Franco Califano, che conierà il loro nome quando li apostrofa con la sua consueta schiettezza: “Siete ricchi di spirito e poveri di tasca”.
Nel 1970 partecipano per la prima volta al festival di Sanremo, cantando La prima cosa bella in coppia con Nicola Di Bari, piazzandosi secondi. La loro strada è ormai spianata: in pochi anni inanellano successi come Che sarà, partecipando a diversi varietà televisivi e incidendo anche brani per bambini. Nel 1981 arriva la svolta che fa diventare la carriera del gruppo appassionante come una soap: Marina Occhiena lascia il gruppo dopo aver litigato furiosamente con Angela, che l’accusava di aver avuto una storia col proprio compagno (a complicare l’intrigo, agli inizi della loro carriera Angela aveva avuto anche una storia con Angelo: erano i meravigliosi Sixties, del resto); proprio al Sanremo dell’81 c’è anche un qui pro quo per cui Marina in alcune serate si esibisce, in altre no, per poi abbandonare definitivamente la formazione. Dai palchi ai rotocalchi, si parla solo di loro. Come trio, il baffo Franco, il biondo Angelo e la brunetta Angela sfornano i loro più grandi successi: Sarà perché ti amo, M’innamoro di te, Mamma Maria, Voulez vous danser…
Fonte : Wired