Il Consiglio di Stato rigetta parzialmente il ricorso del ministero di Adolfo Urso contro le sigle Fegica e Figisc sul cartello del prezzo medio dei carburanti. La sesta sezione, in sede giurisdizionale, infatti, “annulla l’articolo 7 del decreto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy del 31 marzo 2023”, di fatto bocciando una parte importante del provvedimento, ritenendolo “un onere di pubblicizzazione obiettivamente sproporzionato rispetto al fine perseguito e gravemente ingiusto a danno di operatori che agiscono in regime di libera concorrenza e che già sono sottoposti a un dovere di informativa completa presso il punto vendita”.
Cosa succede ai prezzi medi di benzina e diesel ai distributori
Inoltre, si legge nella sentenza, “se la pubblicazione giornaliera del prezzo medio da parte del Mimit sul proprio sito istituzionale pare giustificabile nell’ottica della trasparenza e conoscibilità a vantaggio dei consumatori, l’imposizione dell’esposizione del prezzo medio con cadenza giornaliera presso il distributore è una misura inutilmente sproporzionata e afflittiva nei confronti dei gestori”.
L’iniziativa era nata per volere del ministero delle imprese e del made in Italy per dare maggiore trasparenza ai prezzi in un momento in cui crescevano, ed evitare potenziali speculazioni da parte dei benzinai. In realtà l’iniziativa non ha mai avuto un reale impatto dimostrato sulle dinamiche dei prezzi.
Il Consiglio di Stato ha chiarito che il decreto ministeriale sull’obbligo di esporre il cartello del prezzo medio dei carburanti è stato emesso nel pieno rispetto della procedura. L’articolo in questione, il n.7, viene annullato solo nella parte in cui si prevede la cadenza giornaliera per mostrare i prezzi.
Fonti Mimit: “Uffici stanno riformulando l’articolo 7”
Il Consiglio di Stato ha accolto l’appello del Ministero delle imprese e del made in Italy, chiarendo che il decreto ministeriale è stato emesso nel pieno rispetto della procedura. È stato disposto l’annullamento del solo articolo 7 del decreto nella parte in cui esso prevede la cadenza giornaliera dell’obbligo di esposizione del cartello con i prezzi medi dei carburanti, in quanto tale cadenza – si legge nella sentenza – non è prevista dalla legge. Da fonti Mimit si apprende che gli uffici stanno già provvedendo alla riformulazione dell’articolo 7 in modo da prevedere una diversa cadenza.
Fegica e Figisc: “Ora Urso e il governo ne devono prendere atto”
Federazione italiana gestori carburanti e affini (Fegica) e Federazione italiana impianti gestori impianti stradali carbutanti (Figisc) esultano per il loro ricorso accolto dal Consiglio di Stato contro il decreto del Mimit che prevedeva l’esposizione dei prezzi medi dei carburanti ai distributori.
Secondo le due federazioni “è una vittoria della Categoria che, dopo aver offerto disponibilità e collaborazione a trovare soluzioni compatibili con un’attività – quella svolta dai gestori – che è stata considerata come ininfluente, si è trovata di fronte a ‘immarcescibili’ chiusura e volontà del governo (e del ministro Urso, confortato dal suo ufficio Legislativo) di andare comunque avanti. Ignorando anche le azioni sindacali promosse da Fegica e Figisc”.
Ed è “una vittoria della ragione che non si è lasciata piegare a interessi di parte e non si è prestata a essere scambiata con acquiescenza o rapporti (più o meno) preferenziali: i diritti sono i diritti della Categoria e non sono negoziabili”.
È una “vittoria di ogni singolo gestore – soprattutto quelli che hanno subito l’onta della vessazione o le multe per 15 minuti di ritardo – che, attraverso le Organizzazioni di rappresentanza – Fegica e Figisc – hanno creduto che ottenere ragione fosse possibile (e non improponibile)”, aggiungono le due sigle.
“Ora il governo e, soprattutto, il ministro Urso (e il suo ufficio legislativo) devono prendere atto della nuova realtà disegnata dal provvedimento del Consiglio di Stato e procedere di conseguenza. Magari affrontando dialetticamente e senza forzature, con le rappresentanze di Categoria i temi che più volte sono stati posti alla loro attenzione” conclude la nota.
Fonte : Today