Non c’è dubbio che – come quello degli smartphone – anche il mondo dei pc e dei laptop sta per cambiare per sempre grazie all’intelligenza artificiale. Come verrà rivoluzionato il nostro modo di lavorare? E l’intrattenimento? E gli italiani come risponderanno? A rispondere alle nostre domande il Territory Manager Italy di Lenovo Emanuele Baldi. Secondo cui la vera rivoluzione arriverà nei prossimi mesi, con l’introduzione dei sistemi di intelligenza artificiale che girano direttamente sui pc in locale (e quindi non su cloud esterni). Lenovo, tra l’altro, ha appena reso noto i risultati finanziari relativi al terzo trimestre che segnalano un aumento dei ricavi, anche grazie alle opportunità di crescita offerte dall’era dell’intelligenza artificiale.
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Partiamo da una considerazione: il settore dell’informatica dopo un periodo di boom dovuto alla pandemia negli ultimi anni non se l’è passata benissimo. Qual è la situazione?
“Non c’è dubbio che abbiamo subito il post pandemia. Durante la pandemia avevamo visto una grande domanda, perché il modello d’uso era cambiato. Poi naturalmente c’è stato un affievolimento della domanda ma già negli ultimi mesi abbiamo visto un tendenza al rialzo del comparto IT. Quello che sta succedendo adesso è che ci sono grandi investimenti grazie al PNRR ma soprattutto si è tutti in attesa della seconda parte dell’anno, quando con la nuova versione di Windows con il client di intelligenza artificiale la domanda dovrebbe crescere di nuovo in modo significativo. Questa è l’attesa e la positività che noi vediamo nei prossimi mesi”
I pc e i laptop da tanti anni sono sempre “uguali a se stessi”. Ultimamente però si sta iniziando a muovere qualcosa, con l’avvento dell’intelligenza artificiale. Qual è l’approccio di Lenovo?
“Intanto confuto leggermente l’affermazione perché se è vero che le prestazioni sono cresciute ma non sono poi state trasformate in un modello d’uso diverso negli ultimi anni (quindi questa è la percezione degli utenti), in realtà ci sono state grandi modifiche a livello fisico. Gli oggetti sono diventati molto sottili, sono diventati convertibili, sono diventati tablet 2 in 1 e si sono evoluti anche dal punto di vista della sicurezza, cosa molto importante, della connettività (Wi-Fi 6, 5G). Adesso chiaramente con l’intelligenza artificiale quello che succederà è che avremo un gemello digitale che ci accompagnerà nella nostra vita e questo cambierà significativamente il modello d’uso sia a livello individuale che a livello aziendale”.
Come cambierà, dal vostro punto di vista, il nostro modo di lavorare, di giocare e l’intrattenimento nei prossimi 10 anni? Può farci qualche esempio pratico?
“Cambierà tutto, e non andrei in là negli anni. Questo è un cambio epocale, un salto tecnologico: nella storia ne abbiamo avuti pochi, ricordo quando dal prompt siamo passati a Windows. La popolazione si è dovuta adattare rapidissimamente perché se non ti adatti sei fuori mercato. Poi c’è stato internet e quindi un’evoluzione non solo individuale ma anche a livello di azienda. E adesso c’è l’intelligenza artificiale: l’I.A. cambia l’approccio al modo di lavorare. Avremo un gemello digitale in grado di supportarci tutti i giorni e permetterci di concentrarci di più su lavori meno ripetitivi”.
Ultimamente si parla molto di AI FOR ALL: l’intelligenza artificiale sarà davvero alla portata di tutti? Intendo sia economicamente, sia a livello di comprensione delle potenzialità? E cosa si può fare per democratizzare questo strumento?
“L’intelligenza artificiale con l’avvento della parte client diventa pervasiva, dal client fino al cloud. E questo significa che sarà dappertutto: nelle applicazioni verticali, nell’ambito consumer, nelle aziende. Storicamente l’informatica dice che quando la massa ha necessità di una soluzione, la soluzione costa quello che deve costare. Io mi aspetto che in tempi molto brevi, anche se l’introduzione sarà a un price point un po’ più alto della media di oggi, ritornerà rapidamente a essere a un price point che sarà accessibile a tutti. A livello di comprensione c’è una componente formativa a cui bisognerà mettere mano. Si tratta di una responsabilità di tutti: istituzioni, aziende, consumatori”.
Qual è, dal vostro punto di vista, l’approccio delle aziende italiane al tema dell’intelligenza artificiale: curiosità o timore?
“Le aziende italiane si sono già mosse: già nel 2023 c’è stato un significativo incremento degli investimenti: nel 2023 hanno investito 760 milioni di euro secondo il Politecnico, con una crescita del 52% rispetto all’anno precedente che già aveva una crescita rispetto all’anno precedente ancora. Quindi le aziende italiane ci credono. È chiaro che oggi andare verso l’intelligenza artificiale significa rimanere al passo del mercato, vuol dire fare investimenti, avere l’occhio lungo, cioè cominciare a ragionare del futuro. Se non si investe oggi credo che non sia possibile per un’azienda rimanere sul mercato. E quindi io mi aspetto che l’azienda italiana risponderà positivamente. Quello che vediamo oggi è che non c’è paura, c’è interesse, c’è anche una discreta disponibilità a investire”.
I vostri prodotti – lo abbiamo visto spesso – sono progettati per resistere agli attacchi esterni. Ma nulla è impenetrabile, soprattutto con l’avvento di queste nuove e potenti tecnologie di cui abbiamo parlato. Quali sono i timori principali e come si può affrontare questo cambiamento epocale?
Noi rispondiamo al problema sicurezza con delle soluzioni si chiamano ThinkShield, e ThinkShield Management, soluzioni presenti all’interno del nostro hardware che già forniscono un ottimo livello di sicurezza, comprensivo anche della gestione della vita della macchina, perché ìla sicurezza non si fa solo nel momento in cui c’è il problema ma si fa con la prevenzione e la pianificazione. C’è anche da dire che l’evoluzione dell’intelligenza artificiale che avviene quest’anno porta l’intelligenza artificiale dal cloud come unica soluzione alla rete aziendale. Oggi una delle problematiche è che per accedere all’intelligenza artificiale sul cloud devo in qualche modo mettere a disposizione dati sensibili al mondo esterno; il fatto di avere la possibilità di gestire applicazioni basate su intelligenza artificiale in ambito locale, quindi mantenendo i dati in locale, riduce in modo significativo il rischio di sicurezza.
Fonte : Sky Tg24