La Transnistria, enclave separatista della Moldavia, potrebbe ufficialmente chiedere di essere annessa alla Russia, creando un ulteriore fattore di tensione in una regione in cui la situazione è già incandescente a causa della guerra in Ucraina. Il presidente Vadim Krasnoselsky ha convocato per mercoledì 28 febbraio il ‘Congresso dei deputati di tutti i livelli’ dell’autonominata Repubblica Moldava della Transnistria (o Repubblica Moldava Pridnestroviana), segnale che c’è una decisione molto importante da prendere. Gli ultimi due Congressi del genere risalgono al 1992, quando i separatisti dichiararono l’indipendenza dalla Moldavia in seguito a una guerra civile e al dissolvimento dell’Unione sovietica.
Krasnoselsky ha motivato la convocazione dell’assemblea con la “preoccupazione per le pressioni esercitate dalla Repubblica di Moldova, che violano i diritti e peggiorano la situazione socio-economica del popolo pridnestroviano”. La Transnistria è una stretta striscia di terra tra la riva orientale del fiume Dniester e il confine della Moldavia con l’Ucraina. Al suo interno vive una popolazione totale di circa 470mila persone, in maggioranza di origine russa e ucraina.
Che cos’è la Transnistria, il ‘Donbass’ della Moldavia
Politicamente è una piccola enclave separatista, con capitale a Tiraspol, nata da un’insurrezione armata dopo che l’Onu, nel marzo del 1992, riconobbe l’indipendenza della Moldavia dall’ex blocco sovietico. Fu allora che si scatenarono feroci combattimenti, con i separatisti sostenuti da Mosca, che portarono allo scoppio di una guerra civile che causò fino a mille vittime prima di arrivare a un armistizio.
Allo scopo dichiarato di garantire la fine delle ostilità, fu inviato un “contingente di pace” russo, che da allora non ha mail lasciato la regione. Al momento ci sono circa 2mila soldati di Mosca di stanza sul suolo di quello che è uno Stato indipendente de facto, una presenza che è contestata dalla Moldova, dalla Nato, dall’Ucraina e dagli Stati Uniti. Le tensioni tra la Transnistria e Moldavia si sono riaccese dopo che a dicembre l’Unione europea ha dato il via libera ai colloqui di adesione con il Paese ex sovietico, la cui capitale è Chisinau. Il leader separatista Krasnoselsky ha accusato la presidente della nazione, Maia Sandu, di aver agito senza preavviso.
Contestata anche la decisione del governo moldavo di interrompere il diritto della regione di esportare e importare merci in esenzione doganale, con la regione che è stata spesso accusata, con la scusa dello status di duty-free, di contrabbando di massa di una varietà di merci, comprese le armi.
Fonte : Today