I cellulari sequestrati a Massimo Carandente e Sabrina Fina, la coppia di palermitani finita in carcere per il triplice omicidio di Altavilla, stanno fornendo elementi utili e importanti agli inquirenti per ricostruire il contesto – certamente a sfondo parareligioso – in cui sarebbe maturato l’orribile delitto. Dai telefonini, di cui è stata acquisita una copia forense, stanno emergendo infatti i contatti tra i due e con la famiglia Barreca, ma anche con altre persone, probabilmente i “fratelli di fede” di cui lo stesso Carandente aveva parlato ai carabinieri al momento del suo fermo, affermando che “non si sono impegnati se non riunendosi in preghiera”.
Quello che gli investigatori stanno prendendo in considerazione non è in ogni caso una setta (che per essere tale, tecnicamente, deve avere una serie di requisiti: un capo, un credo, un luogo in cui riunirsi, una missione, un rituale di affiliazione ecc.), ma piuttosto di un gruppo di preghiera, probabilmente nato anche attraverso i contatti sui social. Non si stanno quindi cercando ipotetici complici dei presunti assassini, ma persone che possano avere avuto contatti con la coppia per comprendere come possa essere maturata sia la conoscenza con la famiglia poi in parte sterminata che la decisione di praticare una sorta di esorcismo.
Per ora sui fatti si conosce soltanto il racconto – non privo di omissioni – della sopravvissuta, la figlia diciassettenne di Giovanni Barreca (entrambi in carcere). Ma presto potrebbe venir fuori anche una versione alternativa, quella che l’avvocato Marco Rocca, del Foro di Crotone, che assiste la coppia di palermitani vorrebbe che i suoi assistiti fornissero in un interrogatorio alla Procura di Termini Imerese. Il legale dovrebbe formalizzare la richiesta a stretto giro.
È evidente che la ragazza – che ha prima detto di essere stata una vittima dell’atroce rito e solo dopo ha ammesso di avervi invece partecipato attivamente – cerca di proteggere se stessa e il padre, addossando tutte le responsabilità per le torture e la morte della madre, Antonella Salamone, e dei fratelli più piccoli, Kevin ed Emanuel di 16 e 5 anni, ai “fratelli di Dio”, come chiamava la coppia proprio Kevin nei suoi ultimi messaggi. Potrebbe svelare altri importanti dettagli, tanto che il procuratore per i minorenni, Claudia Caramanna la risentirà a breve.
Fonte : Today