Daniele Bocciolini, avvocato penalista ed esperto in diritto penale minorile e Scienze Forensi, spiega a Fanpage.it cosa rischiano Giovanni Barreca, la figlia 17enne e i due compici, Sabrina Fina e Massimo Carandente, per la strage di Altavilla Milicia: “Uno dei casi più terribili della storia criminologica degli ultimi anni, ma non tutti potrebbero avere l’ergastolo”.
Intervista a Daniele Bocciolini
avvocato penalista, esperto in diritto penale minorile e Scienze Forensi, Consigliere Pari Opportunità e Commissione Famiglia e Minori dell’Ordine degli Avvocati di Roma.
Giovanni Barreca e Antonella Salamone
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“Quello che è successo ad Altavilla Milicia, nel Palermitano, è un fatto gravissimo, forse uno dei casi più terribili della storia criminologica degli ultimi anni. Giovanni Barreca e la coppia di coniugi, indagati per triplice omicidio aggravato e occultamento di cadavere rischiano l’ergastolo. Mentre la figlia 17enne dell’uomo, unica sopravvissuta, rischia una pena molto alta, ma che non arriverà mai sopra i 20 anni”.
Così Daniele Bocciolini, avvocato penalista, esperto in diritto penale minorile e Scienze Forensi, Consigliere Pari Opportunità e Commissione Famiglia e Minori dell’Ordine degli Avvocati di Roma, ha spiegato a Fanpage.it cosa rischiano Giovanni Barreca e i suoi complici, Sabrina Fina e Massimo Carandente, per aver ucciso e torturato “per liberare dal demonio” la moglie del primo, Antonella Salamone, e i figli Kevin ed Emmanuel. Indagata anche la figlia 17enne della coppia, unica sopravvissuta al massacro.
Cosa rischia Giovanni Barreca dopo aver torturato e ucciso moglie e figli?
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“Barreca è al momento indagato per triplice omicidio aggravato dalla circostanza aggravante dell’aver adoperato sevizie e crudeltà, nonché dall’aver commesso il fatto contro il proprio coniuge e contro i suoi figli, oltre che per occultamento di cadavere. In caso di condanna ovviamente rischia in astratto la pena massima prevista dal nostro ordinamento, ovvero l’ergastolo con isolamento.
Si tratta, infatti, di fatti gravissimi, forse uno dei casi più terribili della storia criminologica degli ultimi anni. Anche alla luce delle dichiarazioni confessorie del Barreca, appaiono pienamente sussistenti i gravi indizi di colpevolezza anche se le emergenze investigative saranno senz’altro suscettibili di ulteriori approfondimenti anche di carattere tecnico, al fine di ricostruire i contorni esatti della vicenda (che sembra, allo stato, avere una connotazione ed estensione criminale anche più ampia) e così approfondire i motivi che lo hanno condotto a compiere gesti così atroci ed efferati ai danni della propria moglie e dei suoi due figli minorenni”.
Dalle indagini sembra che un ruolo centrale nella strage lo abbiano avuto anche Sabrina Fina e Massimo Carandente, coppia di coniugi palermitani. Anche loro sono accusati di omicidio. A cosa potrebbero andare incontro?
“Alla coppia che ha avuto sicuramente un ruolo chiave nella vicenda sono contestati al momento i medesimi fatti, ovvero il triplice omicidio aggravato dalla crudeltà e l’occultamento del cadavere. Anche per loro in astratto, in caso di condanna, potrà essere applicata la pena massima dell’ergastolo. Occorrerà far luce sulla responsabilità di questi due soggetti anche per comprendere che tipo di contributo – se di natura materiale o morale – possano aver apportato: dagli elementi investigativi raccolti in queste prime fasi delle indagini preliminari sembrerebbe certa la loro presenza in casa anche al momento dei fatti.
In tal senso depongono le dichiarazioni rese nell’immediatezza dalla minore superstite che sono apparse subito precise, circostanziate e dettagliate. La stessa, quale testimone oculare, avrebbe riportato i macabri dettagli riportando con dovizia di particolari le crudeltà poste in essere nei confronti delle povere vittime per ripetuti giorni. Il coinvolgimento dei due soggetti veniva fin da subito effettuato anche dallo stesso Barreca”.
Il delirio mistico di cui ha parlato il procuratore Cartosio potrebbe essere una attenuante?
“Gli indagati avrebbero agito in preda ad una forma di delirio mistico, secondo quanto rappresentato dall’unica testimone oculare delle torture e delle uccisioni dei familiari. Secondo quanto ritenuto dal Gip, non può parlarsi di una perdita di controllo temporanea, in quanto – anche alla luce della durata delle torture – avrebbero commesso queste atrocità unendo le loro forze con coscienza e consapevolezza. È chiaro che in questo caso è necessario un accertamento tecnico peritale.
Con ogni probabilità verrà affidato l’incarico ad uno psichiatra che dovrà valutare se dietro questo “delirio mistico” vi sia un disturbo della capacità di intendere e di volere. In questo caso, se dovesse emergere per qualcuno degli indagati un vizio di mente parziale o totale, cosa altamente probabile soprattutto per Barreca , potrebbero risultare non imputabile perché incapace di intendere e di volere con notevoli conseguenze in fase processuale.
Nel caso in cui venisse riconosciuto un vizio parziale di mente, la pena potrebbe essere ridotta di 1/3; nel caso, invece, in cui dovesse essere valutato totalmente incapace di intendere e di volere, potrebbe addirittura essere assolto per inimputabilità con l’applicazione di una misura di sicurezza , in particolare l’affidamento ad una R.E.M.S. (ex ospedale psichiatrico giudiziario).
Anche la figlia 17enne di Barreca è indagata per omicidio. Cosa cambia per lei essendo ancora minorenne?
“Alla figlia 17enne al momento è contestato il concorso nei medesimi fatti ovvero per il triplice omicidio aggravato e l’occultamento del cadavere. Secondo il GIP al momento non sarebbero emersi elementi che inducano a concludere per una incapacità della minore di comprendere il disvalore del fatto o di determinarsi diversamente. Secondo il magistrato, la ragazza in ogni momento avrebbe potuto salvare i propri familiari dalle atrocità che stavano subendo e che avrebbe contributo a infliggere.
Per questo motivo potrebbe essere condannata ad una pena molto alta. Essendo minorenne non potrà mai essere condannata per la pena massima prevista ovvero all’ergastolo. L’ergastolo è stato, infatti, ritenuto dalla Corte Costituzionale incompatibile per i minorenni proprio nella prevalente finalità di reinserimento sociale che deve avere la pena, a maggior ragione per un minore. In più, ai minorenni, viene applicata una circostanza ulteriore per la minore età. La pena non arriverà, quindi, sopra i 20 anni. Ad ogni modo, ritengo che sia necessario ancor di più per la ragazza un accertamento tecnico sulla capacità di intendere e di volere al momento del fatto nonché un approfondimento sull’eventuale plagio e “determinazione” a commettere il delitto che potrebbe aver subito dagli adulti.
Nel nostro ordinamento, infatti, un adulto che costringe o determina un minore o una persona incapace a commettere un reato risponde di una pena ancora più alta proprio per il maggior disvalore della condotta. Il minore, pur rispondendo per concorso nel reato, potrebbe essere prosciolto”.
Vuole aggiungere qualcosa?
“Sì, faccio un appello al legislatore. Va introdotto nuovamente il reato di plagio dichiarato incostituzionale nell’81. Oggi sappiamo cosa significa la manipolazione, la violenza psicologica. Bisogna tutelare le persone più fragili da figure che si insinuano nelle vite, captando la fiducia per poi finire con l’annullamento della loro autonomia e libertà. Occorre punire chi sottopone un altro soggetto al proprio potere ponendolo in uno stato di soggezione”.
Fonte : Fanpage