Conte vuole ridurre l’orario di lavoro: “32 ore anziché 40, ma a parità di stipendio”

Dopo il reddito di cittadinanza e il salario minimo, il M5s è pronto a intestarsi una nuova battaglia: quella per la settimana corta. È lo stesso leader del Movimento, Giuseppe Conte, ad annunciare nel corso di una diretta Facebook di aver depositato “in Commissione Lavoro alla Camera una proposta a mia prima firma sulla riduzione del tempo di lavoro”. “A noi interessa il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori” ha premesso Conte. “La nostra proposta è di ridurre in via sperimentale l’orario di lavoro da 40 a 32 ore, a parità di retribuzione”. 

Una riduzione che “va realizzata tramite la contrattazione collettiva e va anche supportata da uno sgravio contributivo. Noi la proponiamo in via sperimentale e i vantaggi sono notevoli” ha aggiunto il leader del M5s, “perché i lavoratori “potranno migliorare la loro qualità di vita e dedicare più tempo agli amici, agli affetti, alla loro vita sociale e coniugale”. 

Secondo Conte, la settimana corta avrà effetti benefici “anche per le imprese” e “lo stiamo vedendo in tutti i Paesi che stanno sperimentando questa nuova formula” che aumenta “la soddisfazione dei dipendenti” e dunque “il livello di produttività dell’azienda”. Il leader M5s sostiene che la settimana di 4 giorni porterebbe vantaggi anche dal punto di vista ambientale. “Voi immaginate cosa significa un giorno in meno in cui si circola e non si va al lavoro. Anche per le imprese significherebbe un minor consumo di energia elettrica”.  

Secondo Conte in Italia si lavora troppo (ma è vero? Ecco i dati)

Insomma, secondo l’ex premier la settimana corta converrebbe a tutti. Nel suo discorso via social, il leader M5s ha anche spiegato che “l’Italia è uno dei Paesi in cui si lavora di più. Pensate un lavoratore italiano in media lavora 358 ore in più di un lavoratore tedesco e 196 ore in più di uno francese, eppure guadagniamo di meno, anzi c’è una continua perdita di potere salariale”.

È davvero così? Sebbene il leader del M5s non ne abbia esplicitato la fonte, i dati che cita sembrano in linea con quelli Ocse. Come si può vedere nel grafico in basso, se è vero che l’Italia sconta un gap piuttosto evidente rispetto alla Germania, va anche osservato che i tedeschi sono quelli che lavorano meno tra gli abitanti dei Paesi presi in esame. Con 1.694 ore lavorate ogni anno, l’Italia veleggia a metà classifica, sopra la media Ue di 1.570 ore, ma sotto il dato Ocse di 1.751.  

Quella di Conte in ogni caso non è l’unica proposta di legge sul tema. Ce ne sono altre quattro, già depositate, di cui una del Pd, firmata dal deputato Arturo Scotto (ma anche dalla segretaria Elly Schlein). Anche la proposta dei dem, al pari di quella dei 5 Stelle, prevede sgravi per le imprese che applicano la settimana corta. Il tutto, ovviamente, a carico dei contribuenti. 
 

Fonte : Today