L’annuncio di Israele: “Possibile un nuovo accordo per liberare gli ostaggi”

“Segni preliminari” indicano che “c’è la possibilità di far avanzare un nuovo accordo per la liberazione degli ostaggi”. Lo ha detto il ministro del Gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz dopo lo stallo degli ultimi tempi. “Non lasceremo intentata alcuna possibilità – ha aggiunto – per riportarli a casa. Nessuna pietra resterà non rovesciata nello sforzo di riportare a casa coloro che sono stati rapiti il 7 ottobre”.

A oggi il nodo degli ostaggi scuote ancora pesantemente l’opinione pubblica israeliana e la dichiarazione viene dopo quella del premier Benjamin Netanyahu che aveva precisato che la liberazione degli ostaggi “Non può avvenire a ogni costo”. Il numero delle persone rapite durante gli attacchi di Hamas del 7 ottobre in Israele si aggira tra sulle 250, secondo le stime più recenti. A oggi quelle che si trovano ancora nella Striscia sarebbero circa 130. Almeno una trentina sono morte. I rilasciati sono oltre 100. E sul loro rilascio si basa gran parte della popolarità e dell’appoggio politico al governo in carica. 

La guerra è intanto giunta al 138°giorno dal suo inizio. E le associazioni umanitarie avvertono del rischio carestia che si sta abbattendo su Gaza. L’Onu ha provato a inviare ben 10 convogli di cibo nel nord della Striscia, ma sarebbero stati saccheggiati e l’invio sarebbe al momento sospeso. “Nella maggior parte dei casi il cibo viene preso direttamente dai convogli a causa dell’esasperazione e della fame: la gente mangia tutto sul momento” ha dichiarato al Guardian Jonathan Fowler, membro dell’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi. 

La guerra si espande: colpiti obiettivi in Siria e Libano

E se a Gaza l’esercito israeliano continua ad avanzare, la guerra si sposta anche in altre aree.  Per la terza volta in poche ore, nella giornata di oggi, mercoledì 21 febbraio, Israele ha colpito obiettivi legati all’Iran attorno a Damasco, in Siria.

Lo riferisce l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui dopo i raid aerei su Damasco, nel quartiere residenziale di Kfar Suse, e sul quartiere sciita di Sayida Zeinab, alla periferia sud-orientale della capitale siriana, sono stati presi di mira obiettivi “legati all’Iran”, a sud-ovest di Damasco, nell’area di Dimas. Secondo le fonti questo terzo attacco è stato compiuto tramite colpi di artiglieria sparati dalle alture del Golan, controllate da Israele e contese tra Siria e lo Stato ebraico.

 Il Libano fa invece sapere che una donna è stata uccisa e una bimba è stata ferita gravemente nel sud del Libano nel corso di un bombardamento israeliano di ieri, martedì 20 febbraio. Lo riferisce l’agenzia di stampa libanese Nna. Il raid è avvenuto a Majdal Zun, località nel settore occidentale della linea di demarcazione tra Libano e Israele e secondo le autorità israeliane era diretto contro le milizie filo-iraniane di Hezbollah. 

Fonte : Today