«Se nel malaugurato caso vi ammalaste di tumore al cervello, facendo i debiti scongiuri, sareste disposti a farvi operare da un ragno?». Inizia così la conferenza di Raul Villamarin Rodriguez, tecnologo cognitivo, vicepresidente della Woxsen University, al World Artificial Intelligence Festival di Cannes. «Potrebbe capitarvi – continua – di trovare un chirurgo che soffre di problemi mentali o matrimoniali: vi fareste operare in questo caso?».
Si chiama Necrobotica. La parola deriva dal greco νεκρóς (“morto”) + “robotica”. Si tratta di una tecnologia all’avanguardia: usa ragni come pinze robotiche per micro-interventi chirurgici. Sembra fantascienza, ma non lo è. È l’ultima frontiera. «Il termine “necrobotica” può essere fuorviante. La parola può portarci a pensare che usiamo ragni morti. Non è così. Il campo è quello della necrobotica bio indotta, una tecnologia basata sull’Intelligenza Artificiale, che sfrutta le proprietà della seta di ragno e di altri materiali biocompatibili per creare microrobot destinati alla chirurgia». Ragni come pinze robotiche sembrano essere un’alternativa più precisa, più delicata e meno invasiva delle pinze meccaniche. I primi a parlarne nel 2022 sono stati alcuni ricercatori del Preston Innovation Lab, presso la Rice University di Houston, Texas, con un articolo pubblicato su Advanced Science.
«Come funziona? Sfruttiamo la resistenza e l’elasticità della seta di ragno, che conserva memoria motoria, per creare microrobot. Con l’Intelligenza Artificiale, convertiamo le zampe di ragno e altri materiali biotici a nuovi usi. Grazie alle loro caratteristiche di resistenza, elasticità e delicatezza li trasformiamo in attuatori, ossia quella parte del robot, che permette di attuare il movimento desiderato».
A che punto siete con lo sviluppo? «Al momento i microrobot sono utilizzati per operazioni chirurgiche più superficiali, come la cataratta e non ancora in chirurgia oncologica. Stiamo lavorando in India: tutto il settore medico-sanitario asiatico è più aperto alle nuove tecnologie e più disposto a rischiare. In Europa questa tecnologia è invece considerata “creepy”, ossia inquietante. Sarà un caso che ragni, vermi e altri insetti vengono chiamati proprio “creepy-crawlies”?
Spagnolo, Rodriguez lavora alla Woxsen University, una delle principali università private dello stato di Telangana, in India. Ha conseguito un Master in Big Data presso l’università di Castilla, in Spagna e un dottorato in Intelligenza Artificiale incentrata sulle persone all’Universidad de San Miguel, a Sinaloa, in Messico. Centrale nella necrobotica è il ruolo dell’intelligenza artificiale. «L’IA guida i microrobot durante l’operazione chirurgica, li muove in base al compito da svolgere, assicurando la massima precisione e il minimo danno ai tessuti. Allo stesso tempo analizza le immagini cliniche in tempo reale e registra i dati: così offre ai medici informazioni preziose per migliorare gli interventi futuri».
Dopo la conferenza abbiamo raggiunto il professor Rodriguez, per conoscere che cosa lo muove «È il settore in cui sono esperto e voglio fare la mia parte nel mondo, dare un contributo al progresso della tecnologia medica. Abbiamo un sogno: creare soluzioni chirurgiche minimamente invasive e sicure per svariate patologie» dice Rodriguez a Italian Tech. I vantaggi di questa tecnologia sembrano molti. «I “ragni” sono in grado di raggiungere punti difficilmente accessibili, riducono il trauma chirurgico rispetto alle tecniche tradizionali. Non solo. La seta di ragno e altri materiali naturali hanno meno probabilità di provocare reazioni allergiche. Sono biodegradabili. Grazie alle piccole dimensioni, offrono massima destrezza nell’eseguire operazioni di alta precisione nel corso di interventi chirurgici delicati».
La tecnologia presenta limiti? «Sì. Sono necessari ulteriori studi di ricerca e sviluppo prima che si possa applicare su più larga scala. Lo sviluppo e la produzione di microrobot al momento sono molto dispendiosi». Inoltre, cosa molto importante, ci sono considerazioni di natura etica. «Siamo sensibili a tutto, a volte anche eccessivamente. È molto difficile adattare una nuova tecnologia o distribuire innovazioni sul mercato, aspettandoci che il consumatore le accetti senza problemi. Tutti abbiamo una prospettiva idiosincrasica. Tendiamo a non accettare che insetti morti, con applicazione robotica, possano essere i nostri chirurghi. Dobbiamo trovare un equilibrio fra il progresso scientifico e le considerazioni di natura etica. Noi scienziati in primis dobbiamo chiederci quale potenziale impatto a lungo termine avrà questa tecnologia sugli ecosistemi e sulla specie. Arriveremo ad ammazzare i ragni, senza aspettare la loro morte naturale, per fare questi interventi? È fondamentale che ci si approvvigioni e si utilizzino materiali biologici in modo responsabile».
Prima di chiudere, Rodriguez si guarda in giro, in sala vede solo facce spaventate. E aggiunge: «Siete spaventati da piccoli insetti. Fatemi dire, anche loro hanno paura di voi, è un vicolo a doppio senso. Tenete presente una cosa importante: stiamo esaurendo le risorse, stiamo esaurendo i sistemi sanitari, e dobbiamo davvero trovare soluzioni tech al più presto».
Fonte : Repubblica