Conosciuto con il nickname Plato, a novembre aveva caricato su YouTube un filmato di un’ora e 17 minuti intitolato “Urumqi Middle Road”, dal nome della strada in cui si erano radunati i dimostranti. Le manifestazioni raccontate nel video erano sorte in maniera spontanea, ma si erano presto trasformate in un movimento di protesta generale contro il governo cinese.
Pechino (AsiaNews) – Il regista che ha prodotto un documentario sulle cosiddette “proteste dei fogli bianchi” a Shanghai è stato arrestato con l’accusa di “provocare problemi”. Plato – nickname con cui è conosciuto il regista – è stato arrestato il 5 gennaio e trasferito in procura il 18 febbraio, dopo che a novembre dello scorso anno, nel primo anniversario delle manifestazioni, aveva caricato su YouTube un video di un’ora e 17 minuti intitolato “Urumqi Middle Road”, dal nome della strada di Shanghai in cui si erano radunati i dimostranti.
Il documentario racconta lo svolgimento delle proteste, sorte spontaneamente dopo un incidente avvenuto nella città di Urumqi, la capitale della regione autonoma dello Xinjiang. Il 24 novembre 2022 era scoppiato un incendio in una palazzina, ma la fuga delle persone che si trovavano all’interno era stata ostacolata a causa della politica “zero covid” ancora in vigore, provocando la morte di almeno 10 individui. Le manifestazioni (avvenute poco dopo l’affissione di una serie di striscioni critici nei confronti del presidente cinese Xi Jinping da parte di Peng Lifa, poi scomparso) si erano ben presto trasformate in un movimento di protesta generale contro il regime cinese.
Plato aveva raccontato di aver vissuto gli eventi in prima persona a Shanghai il 26 novembre 2026: “Questa è la prima volta che partecipo a un evento politico in Cina”, aveva spiegato. Il film – censurato in Cina – contiene “i contenuti personali girati quel giorno” e una serie di riprese prima e dopo le proteste per mostrare come la repressione di Pechino abbia portato ad un aumento del malcontento tra la popolazione. L’intento del regista era anche di “registrare la mia esperienza personale e i miei sentimenti durante la protesta” e capire le dinamiche dei conflitti interni in Cina: “La risposta è chiara a tutti – aveva continuato il regista -: più il governo inganna, dimentica e blocca, più dobbiamo parlare, ricordare e ricordare”.
Fonte : Asia