Crippa nega l’accordo tra Putin e Salvini spiegando l’accordo tra Russia Unita e Lega

“Il presente accordo non è legalmente vincolante ed è solo una manifestazione di interesse delle Parti nella interazione e cooperazione”. Il vice segretario della Lega, Andrea Crippa, accenna probabilmente a quest’ultimo punto dell’accordo tra il partito di Matteo Salvini e quello del tiranno russo Vladimir Putin per sminuire il peso di un documento sottoscritto il 6 marzo del 2017 e ancora valido in virtù del “rinnovo automatico” avvenuto nello stesso giorno del 2022. 

“Non c’è mai stato nessun accordo con Russia Unita”, dice un infastidito Crippa alle croniste e ai cronisti in Transatlantico: “Dal mio punto di vista, perché io ero il coordinatore dei giovani, c’era stato un incontro dove avevamo firmato un memorandum in cui si diceva che su alcune questioni valoriali la pensavamo allo stesso modo. Gli accordi se li sono inventati i giornalisti”. Insomma, al vice di Salvini la parola “accordo” non piace e preferisce definirlo “memorandum”. Sorvolando sul concetto di “questioni valoriali”, assai scivoloso con un’invasione in corso e con il cadavere ancora caldo di un dissidente mandato a morire nel carcere siberiano “Polar Wolf”, al primo punto del “memorandum” è concordato che “Le Parti (la Lega e Russia Unita) si consulteranno e si scambieranno informazioni su temi di attualità della situazione nella Federazione Russa e nella Repubblica Italiana, sulle relazioni bilaterali e internazionali, sullo scambio di esperienze nella sfera della struttura del partito, del lavoro organizzato, delle politiche per i giovani, dello sviluppo economico, così come in altri campi di interesse reciproco”. Tenendo conto che “le Parti” sono due partiti al governo che hanno accesso a informazioni sensibili, forse la premier Giorgia Meloni e il ministro della difesa, Guido Crosetto, potrebbero non accontentarsi del fatto che quello siglato sia un “memorandum” e non un “accordo”.

“L’accordo è un’invenzione, abbiamo firmato per fare una foto”

“Qualcuno – chiede Crippa, sempre più infastidito – ha in mano un accordo tra la Lega e Putin o un partito riferito a Putin? No, e allora perché chiedete se quell’accordo è ancora valido, visto che quell’accordo non lo avete mai visto perché non esiste? Io avevo fatto un incontro in cui abbiamo detto che eravamo d’accordo su certi temi e dato che dovevamo fare la foto con i giornalisti abbiamo detto ‘mettiamolo giù nero su bianco così facciamo la foto mentre lo firmiamo’. Gli accordi a casa mia sono timbrati, vidimati, hanno un valore anche legale. In Italia i giornalisti hanno deciso che dobbiamo essere o amici o addirittura al prezzo dei russi”. Qui la vicenda si fa ingarbugliata: la Lega di Matteo Salvini e il partito di Vladimir Putin, durante un incontro, decidono di essere d’accordo su una serie di punti e decidono di metterli nero su bianco per fare una foto con i giornalisti. Forse il vice segretario della Lega intende questo per “invenzione giornalistica”. Quello che lascia intendere Crippa è che in pochi minuti, per immortalare un incontro innocuo e amichevole, si siano buttate giù due righe che in realtà non hanno nessun valore perché non sono timbrate e vidimate. Strano che nella premessa di quelle due righe si legga: “Il partito politico nazionale russo ‘Russia Unita’ rappresentato dal vice segretario generale del consiglio per le relazioni internazionali S.V. Zhelezniak, che agisce a titolo dello statuto del partito e della deliberazione del presidium del consiglio generale del partito del 28 Novembre 2016 da una parte, e dall’altra parte il partito politico ‘Lega Nord’, nella persona di presidente del partito Matteo Salvini, di seguito denominate ‘Parti’… hanno concordato quanto segue”. Una formula decisamente elaborata per due righe buttate giù in pochi minuti.

I punti controversi

Oltre al primo punto, il “memorandum” potrebbe risultare assai poco rassicurante in almeno altri due obiettivi. Al netto di favorire gemellaggi culturali di vario tipo, al punto 4 si legge: “Le Parti promuovono la creazione di relazioni tra i deputati della Duma di Stato dell’Assemblea Federale della Federazione Russa e l’organo legislativo della Repubblica Italiana, eletti dal partito politico nazionale russo ‘Russia Unita’ e il partito politico ‘Lega Nord’, e anche organizzano lo scambio di esperienze in attività legislative”. Anche in questo caso, trattandosi ‘Russia Unita’ del partito al governo di uno Stato in guerra e sanzionato da tutto l’Occidente, il fatto che esista un documento (ognuno lo chiami come meglio crede) che stabilisce rapporti tra i rappresentanti dei due parlamenti è qualcosa che merita certamente attenzione. Così come merita attenzione il punto 7 che recita: “Le Parti promuovono la cooperazione nei settori dell’economia, del commercio e degli investimenti tra i due Paesi”. C’erano una volta le sanzioni alla Russia.

Calenda: “Crippa mente, quello si chiama accordo”

Insomma, per smentire un accordo tra il partito di Matteo Salvini e quello di Vladimir Putin, Crippa conferma che uno scritto firmato dalle due “Parti” esiste. Quello che legittimamente si chiedono in molti, compreso il leader di Azione, Carlo Calenda, che minaccia una mozione di sfiducia contro il vicepremier, è perché nel 2022 quel ‘memorandum’ non sia stato annullato. “Quello si chiama accordo – spiega Calenda – altro che memorandum su questioni valoriali. Andate a vedere sui social la fanfara con cui Salvini ha siglato quell’accordo. Facciano vedere una lettera in cui lo hanno disdetto, se lo hanno fatto. Che ci vuole? L’accordo non è che non c’è mai stato, c’è il testo e anche la data di rinnovo automatico. Su questo Crippa sta mentendo. La Lega ha detto che mi querelerà, lo facciano”. 

Fonte : Today