ll Programma alimentare mondiale (Wfp), l’agenzia Onu che si occupa dell’assistenza alimentare nel mondo, ha annunciato che sospenderà la distribuzione degli aiuti alimentari nella nord della Striscia di Gaza. Una decisione legata ai continui attacchi al personale che trasporta gli aiuti, con ripetuti assalti ai camion da parte della popolazione. “La decisione di sospendere le consegne non è stata presa alla leggera, perché sappiamo che ciò significa un ulteriore peggioramento della situazione e che sempre più persone rischieranno di morire di fame”, spiega in un comunicato l’agenzia.
“Il Pam è profondamente impegnato a raggiungere urgentemente le persone disperate in tutta Gaza, ma è necessario garantire la sicurezza necessaria per fornire aiuti alimentari essenziali e per le persone che li ricevono”, si legge.
La scorsa domenica, 18 febbraio, si è registrato l’ultimo assalto ad uno dei convogli dell’Wfp, attaccato a colpi d’arma da fuoco a seguito del respingimento, da parte del personale, di una folla che tentava di salire a bordo dei camion. Altri mezzi che viaggiavano tra Khan Yunis e la città di Deir al-Balah sono stati saccheggiati e un camionista picchiato, mentre a Gaza city la farina è stata distribuita spontaneamente, nel contesto di forti tensioni.
L’agenzia Onu ha fatto sapere che cercherà di riprendere le consegne il prima possibile e in “maniera responsabile”, chiedendo l’apertura di nuovi varchi di accesso nell’area settentrionale della Striscia.
Malnutrizione e malattie, la situazione nella Striscia è disastrosa
Nello stesso comunicato, il Wfp ha ricordato il drammatico scivolamento di Gaza verso la fame e le malattie: “Cibo e acqua potabile sono diventati incredibilmente scarsi e le malattie sono diffuse, compromettendo la nutrizione e il sistema immunitario di donne e bambini e provocando un`ondata di malnutrizione acuta. Le persone stanno già morendo per cause legate alla fame. Gaza è appesa a un filo e il Pam deve avere la possibilità di invertire la strada verso la carestia per migliaia di persone disperatamente affamate”, prosegue la nota.
Insieme allOms e all’Unicef, il Wfp ha denunciato la situazione particolarmente grave nel nord della Striscia di Gaza, dove “il 15,6%, ovvero un bambino su 6 con meno di 2 anni, è gravemente malnutrito”.
“Manca il cibo a Gaza e la popolazione è costretta a mangiare l’erba” (today.it)
“Più di 700mila persone soffrono la fame”, denuncia tramite il proprio ufficio stampa il governo dell’enclave palestinese controllata da Hamas. “Chiediamo la fine urgente e immediata della guerra genocida contro civili, donne e bambini e chiediamo di portare a Gaza 10.000 camion di aiuti umanitari nei prossimi due giorni”, ha affermato l’ufficio stampa in un comunicato riportata dall’emittente qatariota Al Jazeera.
Confermata la distribuzione di medicinali agli ostaggi israeliani
Sarebbero intanto iniziate le consegne di medicinali agli ostaggi israeliani messi a disposizione dal Qatar e distribuiti da Hamas. A comunicarlo è lo stesso ministero degli Esteri di Doha in un comunicato. Consegne di medicine previste dall’accordo “tra Hamas e Israele, mediato il mese scorso da Doha in collaborazione con la Francia”.
Il portavoce del ministero, Majed Al-Ansari, ha ricordato che l’accordo prevede “l’ingresso di medicinali e la consegna di aiuti umanitari ai civili nella Striscia di Gaza, soprattutto nelle zone più colpite e danneggiate, in cambio della consegna dei medicinali necessari agli ostaggi”.
Gli Stati Uniti chiedono una tregua temporanea, veto sul cessate il fuoco permanente
Nella stessa giornata del 20 febbraio, gli Stati Uniti hanno presentato al Consiglio di sicurezza Onu una bozza di risoluzione che chiede un cessate il fuoco temporaneo a Gaza “appena possibile”, esortando inoltre Israele a non procedere con l’annunciata invasione di terra a Rafah e a rigettare ogni ipotesi di colonizzare nuovamente la Striscia.
Da parte Usa, si tratta del primo documento dall’inizio della guerra in cui si chiede in modo esplicito una tregua. La bozza lascia comunque un margine di discrezionalità all’esercito israeliano sui tempi in cui mettere in atto il cessate il fuoco, dal momento che il testo si limita a chiedere che scatti “il prima possibile”.
Tra l’altro, la bozza rappresenta un’alternativa alla risoluzione per un cessate il fuoco umanitario, immediato e definitivo nella Striscia di Gaza presentato al Consiglio dall’Algeria a nome di diversi Stati arabi. Una risoluzione alla quale gli Stati Uniti hanno posto il veto, in quanto verrebbero compromessi gli sforzi diplomatici in corso. “Gli Usa non potevano sostenere la risoluzione messa ai voti dal Consiglio di sicurezza oggi – ha spiegato il coordinatore del consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby – perché ritengono che potesse minare i delicati negoziati in corso e che non sia il momento giusto per un cessate il fuoco permanente a Gaza”.
Fonte : Today