In diverse zone degli Usa si sta diffondendo tra gli animali la patologia neurologica causata da prioni, cioè proteine mal ripiegate in grado di trasmettere l’anomalia a quelle sane. È mortale nel 100% dei casi, può essere trasmessa all’uomo e provoca sintomi terrificanti
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Decine di Stati degli Usa sono alle prese con la diffusione della malattia da deperimento cronico (CWD), comunemente conosciuta con l’inquietante nome di “malattia del cervo zombie”. Si tratta di una patologia neurologica che minaccia sia i cervi che le persone. Causata da prioni, cioè proteine mal ripiegate in grado di trasmettere l’anomalia a quelle sane, è mortale nel 100% dei casi e provoca sintomi terrificanti.
I rischi per l’uomo
In test di laboratorio è stato dimostrato che la malattia può infettare efficacemente le cellule umane e per contrastarla non esistono cure né vaccini. A oggi, tuttavia, non risultano ancora casi rilevati nell’essere umano, ma la diffusione esplosiva della patologia e i frequenti contatti tra cervi e uomini – in particolar modo cacciatori – e il consumo di carne infetta possono innescare la miccia in qualunque momento.
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I casi di malattia del cervo
Gli scienziati sottolineano che la patologia è stata riscontrata in ben 800 cervi e alci nel solo Stato del Wyoming, un numero enorme, considerando che a novembre dello scorso anno era stato identificato il primo caso in assoluto nel celebre Parco Nazionale dello Yellowstone. Si trattava di uno sfortunato cervo mulo (Odocoileus hemionus), la cui carcassa era stata ritrovata dai ranger del Wyoming Game and Fish Department (WGFD) nei pressi del lago Yellowstone. In base ai dati dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC) statunitensi, la malattia è stata a oggi riscontrata in 414 contee di 31 diversi Stati negli Usa. A lanciare l’allarme sui potenziali pericoli della malattia sono stati i due ricercatori Samuel J. White e Philippe B.Wilson dell’Università Nottingham, che hanno pubblicato un articolo su The Conversation. Secondo lo studio Chronic Wasting Disease in Cervids: Implications for Prion Transmission to Humans and Other Animal Species, solo nel 2017 è stato stimato il consumo fra i 7.000 e i 15.000 animali infetti, con una proiezione di crescita del 20% anno dopo anno.
I sintomi della malattia
Tra i sintomi della malattia del “cervo zombie” vi sono sbavare in modo intenso, andatura claudicante con ripetuti inciampi, sguardo perso, disorientamento e letargia. La cosa preoccupante, per gli esperti, è che i prioni della patologia sono in grado di persistere nell’ambiente per anni, “resistendo ai tradizionali metodi di disinfezione come la formaldeide, le radiazioni e l’incenerimento a temperature estreme”, spiegano White e Whilson. Ciò significa che è possibile portarseli dentro casa anche solo camminando nei luoghi in cui vivono i cervi malati, dato che suolo e acqua possono essere contaminati a lungo. Il contagio può avvenire in modalità “silente”, considerando che “i prioni non innescano una risposta immunitaria, rendendoli difficili da rilevare con i mezzi convenzionali”. A oggi il problema riguarda principalmente gli Stati Uniti, anche se alcuni casi di malattia da deperimento cronico sono stati riscontrati anche in Europa, nello specifico nella Penisola Scandinava.
Fonte : Sky Tg24