Ancora poca chiarezza intorno alla vicenda di Alexei Navalny, il leader dell’opposizione russa morto in una prigione siberiana lo scorso venerdì. Una scomparsa improvvisa, che ha sollevato non poche polemiche tra i leader politici di tutto il mondo, convinti che il presidente russo Vladimir Putin possa essere il diretto responsabile della morte di Navalny. Un’ipotesi condivisa dalla moglie Yulia Navalnaya, che nella giornata di ieri ha condiviso sul suo account X un videomessaggio in cui accusava il governo di Putin di aver ucciso suo marito e di averne nascosto il corpo, invitando i cittadini russi a unirsi a lei nella lotta per conoscere la verità.
Di lì a poco, all’improvviso, il profilo della donna è stato sospeso da X per una presunta violazione delle norme della piattaforma, ma senza che sia stata fornita una motivazione precisa per questa decisione. Di tutta risposta, la Fondazione anticorruzione di Navalny ha condiviso su X un post in cui chiedeva a Elon Musk “esattamente quali regole sono state violate” da Navalnaya, ma senza ottenere alcuna spiegazione dall’imprenditore. Poi, con la stessa rapidità con cui la piattaforma aveva messo in atto la sospensione, X ha ripristinato l’account della vedova, che ora risulta essere perfettamente funzionante.
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Appena un’ora fa, come potete vedere voi stessi, l’account di Yulia Navalnaya ha condiviso un video che mostra Lyudmila Navalnaya, la madre di Alexei Navalny, chiedere la restituzione del corpo di suo figlio. “Per il quinto giorno non posso vederlo, non mi danno il suo corpo, non mi dicono nemmeno dove si trova – dice la donna nel video -. Mi rivolgo a te, Vladimir Putin . La risoluzione di questo problema dipende solo da te. Fammi vedere finalmente mio figlio. Chiedo che il corpo di Alexei venga immediatamente consegnato in modo che io possa seppellirlo umanamente”. Una richiesta che finora non ha incontrato l’approvazione del governo russo, alimentando così l’ipotesi che l’ex leader dell’opposizione possa essere deceduto in seguito a una morte violenta o a un avvelenamento.
Fonte : Wired
