Milano è davvero tra le città più avvelenate dall’inquinamento atmosferico? È questa la domanda che sta facendo tanto discutere, dopo che la società svizzera IQAir ha rilasciato alcuni dati sulla qualità dell’aria, posizionando nella sua classifica Milano tra le prime metropoli più inquinate al mondo, accanto a Dacca in Bangladesh, Lahore in Pakistan e Delhi in India. Affermazioni che, tuttavia, hanno scatenato non poche polemiche e scetticismo: Beppe Sala, sindaco del capoluogo lombardo, ha dichiarato che, sebbene non sia ancora stato fatto abbastanza, la qualità dell’aria di Milano è migliorata negli ultimi anni.
Cos’è il Pm10
Il Pm è una sigla che viene utilizzata per indicare il particolato atmosferico, ossia il complesso e dinamico insieme di particelle disperse in atmosfera per tempi sufficientemente lunghi da subire fenomeni di diffusione e trasporto. Il Pm10, in particolare, è la frazione di particelle raccolte con un sistema di selezione avente efficienza stabilita dalla norma e pari al 50% per il diametro aerodinamico di 10 µm (millesimi di millimetro). Come precisa l’Arpa Lombardia, “spesso, in modo improprio, si definisce il Pm10 come la frazione di particelle con diametro uguale o inferiore a 10 µm”. L’origine di queste particelle può essere sia tipo naturale come l’erosione del suolo, le eruzioni vulcaniche, l’autocombustione di boschi e foreste, sia antropica, come i processi di combustione in generale.
I limiti di Pm10
Attualmente, il limite di Pm10 è fissato dall’allegato XI al decreto legislativo 155/2010 che ha attuato in Italia la direttiva europea 2008/50/Ce che ha lo scopo di tutelare la qualità dell’aria. Questo fissa un limite giornaliero di 50 millesimi di grammo al metro cubo, da non superare più di 35 volte l’anno. Il limite annuale, invece, è di 40 millesimi di grammo al metro cubo. Va osservato, come vi abbiamo già raccontato, che le regioni e le province autonome possono far scattare autonomamente le misure per contrastare lo sforamento del limite e quindi valutare dopo quanti giorni attuarle.
Gli effetti del Pm10 sulla salute
Oltre ai notevoli impatti su clima e ambiente, il particolato atmosferico, sia Pm10 che Pm2,5, provoca innumerevoli danni anche alla nostra salute. Le particelle più piccole, infatti, possono penetrare in profondità nell’apparato respiratorio, rappresentando così un fattore di rischio ormai noto per lo sviluppo di problematiche come asma, enfisema, allergie, broncopneumopatia cronica ostruttiva (Bpco) e diversi tipi di neoplasia, come il tumore al polmone. Come si legge sul sito dell’Arpa, i principali effetti sulla salute dovuti all’esposizione al particolato sono: incrementi di mortalità premature per malattie cardio respiratorie e tumore polmonare; incrementi dei ricoveri ospedalieri e visite urgenti per problematiche respiratorie; bronchiti corniche, aggravamento dell’asma. Le categorie più a rischio sono, quindi, gli anziani, i bambini, chi soffre di asma o altre malattie respiratorie e cardiovascolari e i gruppi di soggetti in difficile stato socio-economico.
Misure antismog
Milano ha oltrepassato i 2 giorni di superamento dei valori limite di Pm10, così come molte altre province della Lombardia, come Bergamo, Brescia, Como, Lodi, Mantova, Pavia. Per questo sono scattate le misure antismog di primo livello, che possono essere attivate, in aggiunta alle misure permanenti, durante gli episodi di accumulo perdurante di Pm10 rilevate per provincia, tra il primo ottobre e il 31 marzo di ogni anno. In particolare, queste prevedono la limitazione alla circolazione in tutti i giorni della settimana dalle 7:30 alle 19:30 di mezzi fino a euro 1 benzina e fino a euro 4 diesel nei Comuni con oltre 30mila abitanti. I divieti contro l’inquinamento, inoltre, riguardano anche: la sosta con motore acceso per tutti i veicoli, accensione fuochi e la temperatura superiore a 19 gradi nelle case e negli esercizi commerciali.
Fonte : Wired