L’organizzazione Human Rights Focus Pakistan (Hrfp) ha portato alla luce il caso di Younas Masih, cristiano di Khurrianwala, e vittima di accuse infondate. L’uomo di 68 anni è stato accusato da una coppia di musulmani, convertiti dal cristianesimo poco più di un anno fa. La polizia lo ha liberato dopo le indagini, ma l’uomo e la sua famiglia hanno ancora paura.
Faisalabad (AsiaNews) – Human Rights Focus Pakistan (Hrfp) sta lavorando per ottenere protezione e giustizia per Younas Masih, un cristiano di 68 anni, che è stato accusato di blasfemia nei confronti dell’Islam nel villaggio di Khurrianwala, a Faisalabad. La squadra di avvocati e membri dell’organizzazione per i diritti umani pakistana ha visitato i luoghi dove si sarebbe consumato il presunto atto, le stazioni di polizia, ha ascoltato le persone coinvolte e, quando Younas Masih è stato scagionato dalle accuse, è stato accolto negli uffici dell’Hrfp per avere una continuità assistenziale in merito al suo caso.
I fatti per cui Masih è stato perseguito si sono svolti lo scorso 10 febbraio, quando è stato falsamente accusato di blasfemia da Fatima Bibi e suo marito Liaqat Ali – una coppia musulmana convertitasi solo un anno fa dal cristianesimo – a causa di rancori personali e controversie familiari. Pochi mesi fa era iniziato uno screzio tra Fatima Bibi e la moglie di Younis, Azra Bibi, e le due donne hanno interrotto i rapporti nonostante fossero vicine di casa. Quando Azra ha chiesto le ragioni di questo comportamento, Fatima Bibi ha risposto che avrebbe intrapreso azioni legali contro di loro per assicurarsi che nessun membro della famiglia di Younis potesse più vivere nel villaggio. Poco dopo Fatima ha improvvisamente iniziato a urlare e attirare la gente dicendo che Younas Masih aveva strappato e gettato a terra le pagine del Corano, fino a che qualche passante non ha chiamato la polizia che ha portato via l’uomo per interrogarlo in merito alle accuse di blasfemia. Che si è scoperto fossero pretestuose e false. Younas comunque è rimasto in custodia per quasi 4 giorni, venendo liberato solo il 13 febbraio, mentre veniva perseguita e arrestata la coppia di accusatori, che nel mentre ha tentato la fuga, forse con il sostegno di gruppo di fondamentalisti islamici.
Naveed Walter, presidente di Human Rights Focus Pakistan, ha accolto favorevolmente l’indagine rapida della polizia sul caso: “Quello che colpisce è che la coppia di accusatori – ha aggiunto Walter – si era convertita all’Islam un anno e mezzo fa, ma prima erano cristiani. La speranza è che la polizia sia sempre così celere ed efficace nel metodo di indagine”. Il presidente dell’Hrfp ha poi ricordato che Younas Masih e la sua famiglia ora sono costretti a rimanere nascosti, a causa della delicatezza della loro situazione: “Anche se le accuse sono cadute grazie alle indagini della polizia, bisogna comunque affrontare un processo in tribunale e Younas potrebbe rischiare di essere minacciato dai fondamentalisti religiosi. Inoltre siamo preoccupati per come Amanat Ali sia riuscito in prima battuta a sfuggire dal furgone della polizia una volta arrestato, ma la cosa buona è che sia stato arrestato di nuovo. Oggi più che mai – conclude – occorre abrogare le leggi sulla blasfemia e introdurre la protezione delle vittime di accuse di blasfemia, dentro e fuori dal carcere, e delle loro famiglie”.
Fonte : Asia