Il dissidente di oggi corrispondeva al dissidente di ieri. Alexei Navalny ha scritto dalla sua colonia penale a Natan Sharansky per ringraziarlo del suo libro “Non temere il male” nel quale raccontava la sua prigionia nei gulag sovietici. A rivelare lo scambio epistolare, dopo la morte in carcere di Navalny, è il sito “The free Press”.
“Voglio ringraziarti molto per questo libro che mi ha aiutato tanto e continua ad aiutarmi. Sì, sono allo Shizo (la cella di punizione, ndr), ma quando ho letto dei tuoi 400 giorni in cella di punizione con razioni di cibo decrescenti, uno capisce che c’è chi ha pagato un prezzo anche più alto per le sue convinzioni”, scriveva Navalny a Sharansky in una prima lettera del marzo 2023, uscita dal carcere grazie ai suo avvocati, che gli avevano procurato il libro.
“Il tuo libro mi ha dato speranza perché la similitudine fra i due sistemi – l’Urss e la Russia di Putin – le loro somiglianze ideologiche, l’ipocrisia alla base della loro essenza, la continuità dall’una all’altra, tutto ciò garantisce un ugualmente inevitabile collasso”, scriveva ancora Navalny.
Fonte : Sky Tg24