“Scopriremo certamente chi di preciso e in quale preciso modo ha eseguito il crimine, faremo i nomi e faremo vedere le facce”, ha aggiunto. La salma non verrà restituita alla famiglia per altri 14 giorni. La portavoce della famiglia: “L’indagine è stata estesa, mentono e prendono tempo”. Borrell (Ue) annuncia: “Sanzioni ai responsabili del decesso”. Al Campidoglio di Roma fiaccolata bipartisan con maggioranza e opposizione
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Yulia Navalnaya (FOTOSTORIA), moglie del dissidente Alexei Navalny morto in carcere in circostanze da chiarire, sostiene che suo marito sia stato avvelenato con il Novichok. “Mentono meschinamente e nascondono il suo corpo attendendo quando svaniranno le tracce dell’ennesimo Novichok di Putin”, ha detto in un video pubblicato sui social. “Putin ha ucciso mio marito. Continuerò il lavoro di Alexei e continuerò a lottare per il nostro Paese. Scopriremo certamente chi di preciso e in quale preciso modo ha eseguito il crimine, faremo i nomi e faremo vedere le facce”, ha aggiunto. La famiglia non potrà ricevere la salma per almeno altri 14 giorni: lo hanno comunicato gli investigatori alla madre di Navalny, ha scritto su X l’ex portavoce dell’oppositore, Kira Yarmysh, secondo cui la motivazione è che il corpo va sottoposto a “esami chimici”. Intanto, mentre il presidente Usa Joe Biden fa sapere che dopo la morte di Navalny a Washington si sta pensando a nuove sanzioni contro Mosca, oggi Navalnaya ha preso parte al Consiglio Affari Esteri Ue a Bruxelles. Qui ha poi incontrato il capo della Farnesina Antonio Tajani: “È una donna che vuole continuare a battersi per difendere la libertà nel suo Paese e ha ribadito che la Russia non è Putin e Putin non è la Russia, l’abbiamo trovata determinata”. In serata, il governo francese ha fatto sapere di aver convocato l’ambasciatore russo a Parigi. “Il regime di Vladimir Putin, ancora una volta, ha mostrato la sua vera natura”, ha detto il ministro degli Esteri Stéphane Séjourné.
Mosca: “Ancora nessun risultato dall’inchiesta”
Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha fatto sapere che l’inchiesta sulla morte di Navalny è ancora in corso e al momento non ci sono risultati. Peskov ha poi ribattuto alle dichiarazioni dei Paesi occidentali sulle responsabilità del decesso. “In condizioni nelle quali non ci sono informazioni, è assolutamente inaccettabile fare affermazioni, diciamo, francamente rozze. Questo non è appropriato per i funzionari governativi, dalle cui labbra abbiamo sentito tali frasi. E queste frasi, ovviamente, non possono causare alcun danno al capo del nostro Stato, ma non danno assolutamente una buona immagine di coloro che fanno tali dichiarazioni”, ha detto Peskov. Sul mancato accesso della famiglia alla salma, il portavoce di Putin ha così dichiarato: “Non siamo coinvolti nella questione, non è una funzione dell’amministrazione presidenziale”. E intanto il ministro degli Esteri tedesco ha convocato l’ambasciatore russo.
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“Indagine estesa, prendono tempo”
Nel frattempo, l’indagine delle autorità russe sulla morte di Navalny “è stata estesa”. Lo hanno detto gli inquirenti alla madre dell’oppositore russo, che insieme ai legali si è presentata all’obitorio dove è tenuta la salma, ma non è stata fatta entrare. Uno degli avvocati “è stato letteralmente spinto fuori”, ha detto la portavoce della famiglia. “Non si sa per quanto tempo andrà avanti. La causa della morte è ancora indeterminata. Mentono, prendono tempo e non lo nascondono nemmeno – ha affermato -. Alla domanda se il corpo fosse lì, i dipendenti non hanno risposto”. Fonti citate da Novaya Gazeta Europa hanno riferito che sulla salma – che presenta lividi, per quanto apparentemente non derivanti da percosse – non è stata ancora eseguita l’autopsia.
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Borrell (Ue): “Sanzioni ai responsabili”
A margine del Consiglio Affari esteri è intervenuto Josep Borrell, alto rappresentante per gli Affari esteri dell’Ue: “Gli Stati membri proporranno sicuramente delle sanzioni contro i responsabili” della morte di Navalny, ha detto. “Il responsabile è Putin stesso, ma possiamo scendere fino alla struttura istituzionale del sistema penitenziario in Russia. Ma non dimentichiamo chi è il vero responsabile della morte di Navalny”, ha puntualizzato. “Dobbiamo lanciare un messaggio di sostegno all’opposizione russa: proporrò che il regime di sanzioni dell’Unione europea sui diritti umani prenda il nome di Alexei Navalny, in modo che il suo nome sia ricordato per sempre”, ha detto Borrell.
Ue chiede indagine trasparente su morte di Navalny
In una dichiarazione firmata da Borrell, a nome dei 27 Stati membri, l’Ue chiede che Mosca consenta “un’indagine internazionale indipendente e trasparente sulle circostanze della morte improvvisa di Alexei Navalny” e avverte che non verranno risparmiati “gli sforzi per chiederne conto alla leadership politica e alle autorità russe, in stretto coordinamento con i nostri partner, e imporre ulteriori costi per le loro azioni, anche attraverso sanzioni”. La morte “inaspettata e scioccante” dell’oppositore, si legge, “è un altro segno dell’accelerazione della repressione sistematica in Russia”. Poi l’invito alla Russia “a rilasciare immediatamente e senza condizioni tutti gli altri prigionieri politici, tra cui Yuri Dmitriev, Vladimir Kara-Murza, Ilya Yashin, Alexei Gorinov, Lilia Chanysheva, Ksenia Fadeeva, Alexandra Skochilenko e Ivan Safronov”.
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Von der Leyen: “Navalny ucciso deliberatamente, per Putin vita umana non conta”
Anche la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen parla chiaramente: tutto indica che Navalny “è stato assassinato deliberatamente” e dimostra “la spietatezza e la perfidia di Putin, per il quale nessuna vita umana conta davvero”.
Tajani: “Italia sosterrà Navalnaya nella difesa della libertà”
Tajani ha fatto sapere di aver assicurato a Navalnaya che il governo italiano “la sosterrà nella difesa dei valori di libertà e democrazia per cui suo marito Navalny ha lottato a costo della vita”. Dopo aver “ribadito la vicinanza dell’Italia e del G7”, ha definito Navalny “vittima di una persecuzione ingiusta, detenuto in un gulag che ricorda i gulag dell’Unione Sovietica, in un regime carcerario simile a quello dell’Urss”. E ancora: “Le ho augurato il meglio per le sue battaglie per la democrazia: l’Italia non è in guerra con la Russia, siamo amici del popolo russo, ma non condividiamo e condanniamo fermamente i metodi usati per silenziare l’opposizione. Ci ha detto anche che il malcontento serpeggia nella società russa, anche nelle città più lontane da Mosca e San Pietroburgo”.
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Fiaccolata bipartisan in Campidoglio
Anche la politica italiana rende omaggio all’oppositore russo. Oggi, 19 febbraio, alle 18.30 i partiti di maggioranza e opposizione – e i sindacati – si sono ritrovati in Campidoglio, a Roma, per una fiaccolata apolitica in sua memoria. “È opportuno che le forze politiche europeiste e democratiche promuovano un’iniziativa congiunta alla ripresa dei lavori parlamentari”, aveva chiesto il leader di Azione Carlo Calenda, ricevendo la pronta adesione della segretaria del Pd Elly Schlein. Presenti delegazioni anche di Cinquestelle, Avs, +Europa, Italia Viva e Noi Moderati, oltre a rappresentanti di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia.
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Posano fiori per Navalny, identificati a Milano
Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha commentato l’identificazione da parte della polizia a Milano di alcuni cittadini che onoravano con fiori la memoria di Navalny. “È capitato pure a me nella vita di essere identificato. Non è un dato che comprime una qualche libertà personale – ha detto Piantedosi -. L’identificazione delle persone è una operazione che si fa normalmente nei dispositivi di sicurezza per il controllo del territorio. Il personale mi è stato riferito che non avesse piena consapevolezza”. Ma il senatore del Pd Filippo Sensi non ci sta e all’Ansa dice: “Depositeremo nelle prossime ore un’interpellanza al ministro dell’Interno sui dettagli e sulle ragioni dell’identificazione dei manifestanti che volevano onorarne la memoria sotto la targa di Anna Politkovskaya a Milano. L’obiettivo è avere risposte in Parlamento il più presto possibile. Mi risulta che i manifestanti abbiano trovato già in loco degli agenti Digos, che poi hanno provveduto ad identificarli. Perché? Avevano avuto istruzioni in tal senso? Erano persone che portavano un fiore. Il nostro è uno stato di diritto, non di polizia”. Ci sarebbe una serie di equivoci, secondo la Polizia, alla base dell’identificazione. Secondo la ricostruzione della Questura, la commemorazione sarebbe stata regolarmente “preavvisata” sabato pomeriggio, da una email del promotore, che avrebbe segnalato la presenza di pochissime persone. La nota quindi sarebbe stata, come da prassi, diffusa alle pattuglie, e così domenica, quando gli agenti, transitando in corso Como, hanno visto un numero maggiore di partecipanti, si sono fermati a controllare. Hanno chiesto del promotore, di cui avevano nome e cognome, ma a dire della Polizia non era presente. E allora è stata presa la decisione di identificare i circa venti partecipanti.
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Intanto, i tribunali russi hanno condannato a brevi pene detentive decine e decine di persone arrestate in occasione di eventi che volevano commemorare Navalny. In 154 sono stati incriminati solo a San Pietroburgo. Lo si legge sugli annunci ufficiali russi. I dettagli delle sentenze, pubblicate tra sabato e domenica dal tribunale della città, rivelano che queste persone sono state detenute fino a 14 giorni per aver violato le rigide leggi anti-protesta del Paese. Gruppi per i diritti umani e organi di stampa indipendenti hanno riferito di sentenze simili in altre città del Paese.
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Fonte : Sky Tg24