Attenzione ai farmaci decongestionanti per curare il raffreddore. L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) mette in guardia dai possibili effetti collaterali della pseudoefedrina, uno stimolante utilizzato in alcuni farmaci da banco di uso molto comune. Assunta per via orale – da sola o in combinazione con altri medicinali – la pseudoefedrina è spesso usata per trattare la congestione nasale (naso chiuso) derivante da raffreddore, influenza o allergia.
Il caso è noto: già un anno fa, l’Ema (Agenzia europea per i medicinali) aveva avviato una revisione dei farmaci comprendenti questa sostanza e a dicembre il comitato per la farmacovigilanza Prac aveva dato indicazioni ben precise: “I medicinali contenenti pseudoefedrina non devono essere usati in pazienti con pressione alta grave o non controllata (non trattati o resistenti al trattamento), o con malattia o insufficienza renale acuta grave (improvvisa) o cronica (a lungo termine)”.
Il motivo, come spiega anche l’Aifa in un recento comunicato, è che sono stati segnalati alcuni casi di “sindrome da encefalopatia posteriore reversibile” e di “sindrome da vasocostrizione cerebrale reversibile”. Si tratta, viene specificato nella nota, di “condizioni gravi che colpiscono i vasi sanguigni cerebrali” e i cui sintomi “comprendono mal di testa improvviso e intenso o mal di testa a rombo di tuono, nausea, vomito, confusione, convulsioni” e talvolta anche disturbi visivi. La buona notizia è che non sono stati segnalati episodi fatali e che la maggior parte dei casi “si è risolta dopo la sospensione e un trattamento appropriato”.
Chi non deve assumere farmaci a base di pseudoefedrina
La pseudoefedrina viene dunque controindicata a chi soffre di “ipertensione grave o non controllata, o con malattia renale o insufficienza renale acuta o cronica” perché queste condizioni aumentano il rischio di essere colpiti dalle due sindromi di cui abbiamo parlato sopra. Nessun allarme, ma certamente è meglio essere cauti. “I pazienti – spiega l’Aifa – devono essere informati sulla necessità di interrompere immediatamente l’uso di questi medicinali e di cercare assistenza medica” se dovessero sviluppare i sintomi delle due condizioni esposte poc’anzi.
Lo scorso ottobre anche l’Agenzia nazionale francese per la sicurezza dei medicinali e dei prodotti sanitari (Ansm) aveva diramato un comunicato in un cui si parlava di possibili “infarti miocardici e ictus” dopo “l’uso di farmaci vasocostrittori (pseudoefedrina) per alleviare i sintomi del raffreddore”. Il rischio “è molto basso – veniva specificato nella nota – ma questi eventi possono verificarsi indipendentemente dalla dose e dalla durata del trattamento improvvisa) o cronica (a lungo termine)”.
Fonte : Today