La morte di Alexei Navalny in carcere aggiunge un nuovo nome alla lunga lista di politici e giornalisti uccisi in circostanze misteriose dopo aver criticato o sfidato Vladimir Putin, presidente della Russia, da quando è salito al potere nel 2000. I familiari di Navalny, assieme ad alcuni capi di stato dell’Unione europea, hanno accusato direttamente Putin della sua morte, considerata un omicidio politico, e diversi sostenitori hanno organizzato manifestazioni in 39 città russe, culminate in circa 400 arresti.
I numeri di chi è sceso in piazza per commemorare il politico di opposizione, portando fiori e cantando canzoni, sono molto bassi se paragonati al seguito che era riuscito a raccogliere Navalny negli anni precedenti all’invasione russa dell’Ucraina o rispetto al numero di abitanti della Russia. Secondo Reuters si tratterebbe di alcune centinaia di persone, su una popolazione totale di 140 milioni di cittadini.
La bassa partecipazione è confermata anche dai numeri degli arresti. Secondo l’organizzazione per i diritti umani Odv-info, che monitora lo stato della repressione politica e civile in Russia, su 400 persone arrestate in 39 città, 200 sono state arrestate solo a San Pietroburgo, una delle più grandi metropoli russe che conta più di 5 milioni di abitanti totali. Cifre molto basse che mostrano, da un lato, quanto sia alto il livello di terrore imposto alla popolazione dalle autorità del Cremlino e, dall’altro, quanta poca opposizione al governo di Putin esista nella realtà in Russia.
Sempre Odv-info riporta come dal 24 febbraio 2022, giorno dell’inizio dell’invasione su larga scala dell’Ucraina, a oggi siano state arrestate meno di 20 mila persone per aver partecipato a manifestazioni contro la guerra in ucraina, di cui 1.300 a settembre 2022, quando Putin ordinò la mobilitazione dei riservisti, costringendo molte persone ad andare al fronte.
Come riporta Il Post, ai media e ai parlamentari russi è stato vietato di dare informazioni diverse da quelle fornite dal governo in merito alla morte di Alexei Navalny, il cui annuncio è stato dato in ritardo, sbrigativamente e senza contesto dai media di stato, mentre ad altre reti televisive sarebbe stato addirittura vietato di parlarne e nessuno ha raccontato le manifestazioni per ricordare il politico.
In Unione europea, le reazioni sono state generalmente uniformi nel condannare il Cremlino, tranne che per alcuni ex o attuali alleati di Putin, come il leader ungherese Viktor Orban. La Germania, come si legge su Reuters, ha chiesto nuove sanzioni contro Mosca in risposta alla morte di Navalny.
Fonte : Wired