Dopo Avdiivka cade Robotyne: l’Armata russa avanza nel sudest dell’Ucraina

Continua la pressione delle forze armate russe contro le postazioni ucraine. Dopo il ritiro da Avdiivka, l’esercito di Kiev è costretta a cedere anche Robotyne nell’oblast di Zaporizhzhia, sulla linea del fronte che corrisponde alle regioni occupate dalle truppe di Putin. Secondo quanto riportato dalla Tass, il ministero della Difesa russo ha confermato che unità del gruppo tattico Dnepr hanno conquistato posizioni più favorevoli e hanno colpito il personale e l’equipaggiamento ucraino vicino a Robotyne e Verbovoye, nella regione di Zaporozhye. Perché è così importante Robotyne? La scorso estate qui i comandi militari avevano concentrato gli uomini e gli equipaggiamenti migliori per iniziare la controffensiva, che però non ebbe successo. 

Si tratta quindi di una rilevante sconfitta per il governo ucraino, che ha visto sottrarsi dopo dieci anni la cittadina fortificata di Avdiivka e Bakhmut, persa nel maggio 2023 dopo undici mesi di combattimenti. Con la conquista della piccola enclave di Robotyne, i russi possono puntare su Zaporizhzhia.

Avdiivka, la città simbolo della controffensiva contro l’invasione

Gli analisti sono convinti che i ritardi degli aiuti occidentali per la difesa dell’Ucraina aiutano i russi a lanciare operazioni su diversi settori della linea del fronte. Ad affermarlo è l’Institute for the study of war (Isw), riferendosi in particolare a tre settori: il confine fra gli oblast di Kharkiv e Luhansk in direzione di Kupyansk e Lyman, la zona attorno ad Avdiivka, e vicino Robotyne nell’oblast di Zaporizhzhia. Il documento del think tank americano nota tuttavia che i russi sono avanzati meno di dieci chilometri in quattro mesi e che gli ucraini saranno capaci di stabilire nuove linee difensive. Secondo il bollettino, la scarsità di munizioni di artiglieria e sistemi di difesa aerea ha impedito agli ucraini di difendersi dall’avanzata russa ad Avdiivka. Inoltre la mancanza di materiale e “il timore di una completa cessazione dell’aiuto militare americano hanno costretto le truppe ucraine a distribuire il materiale su tutta la linea del fronte, il che ha probabilmente incoraggiato i russi a sfruttare la situazione”.

L’Isw sottolinea comunque che le forze ucraine saranno capaci di stabilire nuove linee difensive non lontano da Avdiivka. E che saranno probabilmente in grado di tenere le nuove posizioni, di fronte a forze russe che hanno perso molti uomini ad Avdiivka. Per la difesa della cittadella fortificata, anche l’esercito ucraino ha perso molti soldati. Per questo il 17 febbraio, il comandante in capo delle forze armate ucraine, Alexander Syrsky, ha annunciato la decisione di lasciare Avdiivka. Il motivo ufficiale è che le truppe ucraine si stanno ritirando per salvare la vita del personale militare ucraino e occupare linee di difesa più vantaggiose. “Ho deciso di ritirare le nostre truppe per riposizionarle su linee più favorevoli. Hanno fatto il loro dovere al meglio e inflitto perdite molto gravi agli invasori”, ha scritto Syrskyi, il nuovo comandante in capo delle forze armate ucraine nominato l’8 febbraio scorso. Agli analisti, però, la ritirata ucraina sembra essere stata imposta dallo sfondamento russo delle loro linee. 

L’Isw non ha dubbi: la cattura russa di Avdiivka dopo quattro mesi di intense operazioni offensive mostra il modo in cui i russi perseguono operazioni offensive che non creano necessariamente le condizioni per ampi vantaggi operativi, ma costringono comunque gli ucraini a impegnare uomini e materiali per la difesa.

In questo scenario è difficile ottenere un numero preciso delle perdite russe. Kiev afferma che gli avversari hanno perso su questo fronte 47mila uomini e 364 tank in quattro mesi, mentre blogger russi parlano di 16mila soldati di Mosca uccisi. Cosa succederà ora? Senza dubbio, Putin è intenzionato a proseguire la guerra. “L’Ucraina è per la Russia questione di vita o di morte”, ha detto il presidente russo al giornalista Pavel Zarubin della radiotelevisione russa in un’intervista rilanciata dall’agenzia russa Tass, durante la quale ha aperto le porte al dialogo con l’Ucraina. “Se non fosse stato per la posizione dell’Occidente, i combattimenti sarebbero cessati un anno e mezzo fa”. 

Fonte : Today