Nell’Oxfordshire in questi giorni è festa. Si celebra un compleanno importante in ambito scientifico, ma non solo. Duecento anni fa, proprio qui, “nascevano” i dinosauri. Non letteralmente s’intende, ma aveva inizio il nostro innamoramento per questi animali quasi mitologici. il 20 febbraio 1824 veniva presentato al mondo il megalosauro, il primo dinosauro descritto scientificamente che venne scoperto nell’Oxfordshire appunto, nei pressi di Stonesfield in Inghilterra. Duecento anni dopo i rinvenimenti che vedono come protagonisti i fossili di dinosauro non si sono mai fermati, così come è rimasto alto l’interesse per quanto riguarda le motivazioni della loro scomparsa.
Per ricordare l’evento, il museo di storia naturale di Oxford, dove sono custoditi i resti, mette in mostra i fossili originali e organizza una serie di eventi per ripercorre la storia e i metodi utilizzati per studiare i dinosauri fino ai giorni nostri. Ma è festa anche nella vicina Londra – fino al 29 febbraio si celebra il mese del megalosauro – perché è proprio alla Geological society londinese che vennero presentati ufficialmente per la prima volta i fossili ritrovati da William Buckland, docente di archeologia dell’Università di Oxford.
La storia del Megalosauro
Il Megalosaurus bucklandii che venne descritto a partire dal primo ritrovamento solo grazie a una manciata di ossa (un pezzo di mandibola con tanto di denti, qualche ossa del bacino e poche vertebre), era un bestione che poteva raggiungere i nove metri di lunghezza e i tre di altezza, per una tonnellata circa di peso. Carnivoro, visse 166milioni di anni fa, in un ambiente paludoso.
Come spiega la stessa Geological society alcune ossa del megalosauro in realtà erano state scoperte quasi duecento anni prima, ma vennero scambiate per resti di un gigante umano. Furono poi Buckland e il naturalista francese Georges Cuvier a capire che si trattava di ben altro. Capostipite dei dinosauri invece lo sarebbe diventato nel 1842, quando il biologo inglese Richard Owen parlò per primo di terribili lucertole (dinosauri appunto) riferendosi alle similitudini osservate tra megalosauro, iguanodonte e o Hylaeosaurus.
Nel corso degli anni il megalosauro è diventato uno tra i dinosauri più iconici ed è ancora molto studiato. Tanto è vero che nel 2017, grazie alle analisi di imaging compiute all’Università di Warwick e di Oxford, i ricercatori identificarono sulla mandibola dell’animale denti in crescita mai visti prima. Le scansioni effettuate permisero loro di abbozzare una nuova immagine del megalosauro. Forse piumato, più alto rispetto alle precedenti descrizioni, di certo bipede, con piedi a tre dita: quelle che forse avevano lasciato traccia nelle famose impronte rinvenute, sempre nell’Oxfordshire, ad Ardley Quarry, alla fine degli anni Novanta.
Fonte : Wired