Nel 1978, alcuni scienziati scoprirono che era possibile ottenere insulina sintetica in laboratorio:, con una procedura che si basa sull’introduzione del gene che codifica la produzione dell’ormone in determinati tipi di batteri.
Si tratta di un processo complesso, e fino a poco tempo non era possibile produrre versioni generiche dell’insulina. Nonostante la sostanza fosse stata brevettata per la prima volta negli anni Venti, infatti, nel tempo la case produttrice sono riuscite a mantenerla sotto tutela brevettuale apportando piccoli miglioramenti al processo di sviluppo.
Ora alcuni brevetti chiave sono scaduti e la Food and drug administration (Fda) statunitense ha aperto la strada alla produzione di biosimilari dell’insulina, che sono quasi identici al prodotto attualmente in commercio. Per essere considerato un biosimilare, un farmaco deve avere una struttura molto simile all’originale e dimostrarsi altrettanto efficace dal punto di vista clinico.
Il piano di rBio
L’azienda di Owen, fondata nel 2020, ha progettato batteri simili all’E. coli dai quali è possibile ottenere quantità di insulina molto maggiori rispetto a quella prodotta dai ceppi attualmente utilizzati. Per il progetto, rBIO ha avviato una collaborazione con Sergej Djuranovic, professore di biologia cellulare e fisiologia della Washington University School of Medicine di St. Louis, che nel 2019 ha scoperto una sequenza di aminoacidi in grado di far produrre a un gene molte più proteine del normale. Il professore e i suoi colleghi hanno scoperto che la sequenza funziona nelle cellule batteriche, in quelle dei lieviti, e persino in quelle umane. “Questa sequenza di amminoacidi incrementa la produzione delle proteine rendendo più efficiente il meccanismo tramite cui esse vengono costruite”, spiega Djuranovic.
In teoria, la sequenza potrebbe essere utilizzata per ottenere grandi quantità di qualsiasi proteina, compresa l’insulina. La possibilità di produrre insulina in modo più efficiente è il motivo per cui rBIO pensa di riuscire a ridurre i costi.
Uno studio del 2018 ha stimato che produrre una fiala di insulina sintetica costa all’incirca dai 2 ai 4 dollari. Owen afferma che rBIO può rendere tale processo ancora più economico, aumentando la quantità di farmaco ottenuta.
“Le nuove tecnologie che renderanno la produzione ancora meno costosa sono certamente utili, ma non determineranno subito un grande cambiamento”, afferma Robert Lash, esperto di diabete e direttore medico dell’Endocrine Society di Washington, che sostiene che i i pazienti beneficeranno soprattutto della concorrenza tra i produttori. “Man mano che cresce il numero di aziende che producono insulina, ci saranno più opzioni a disposizione per i pazienti e, perciò, il farmaco calerà di prezzo”, spiega Lash.
Fonte : Wired