La Corte di Cassazione ha finalmente attuato la confisca del ‘Castello delle Cerimonie’, conosciuto come ‘La Sonrisa’, situato a Sant’Antonio Abate, nel Napoletano. Questa struttura, resa famosa dalla ridicola serie TV sulle cerimonie, è stata coinvolta in una vicenda giudiziaria avviata nel 2011 per presunti abusi edilizi. La Corte ha inoltre decretato la prescrizione dei reati contestati agli indagati. Con la sentenza del tribunale di Torre Annunziata, emessa nel 2016, fu condannata a un anno di reclusione (pena sospesa) Rita Greco, defunta moglie del “Boss delle Cerimonie” Tobia Antonio Polese, e per Agostino Polese, suo fratello, al tempo amministratore della società.
Questo evento è un duro colpo per chiunque abbia anche solo un minimo di affetto per quella inquietante serie TV, le cui vicende ruotano attorno al ‘boss’ Antonio Polese, al suo manipolo e al suo kitschissimo Grand Hotel La Sonrisa. Polese, ex macellaio per oltre trent’anni prima di diventare l’architetto del trash nell’area vesuviana, è il “padrino” di tutte le coppie che scelgono di celebrare il matrimonio nel suo ‘castello’, come lo chiama lui. Nonostante il suo atteggiamento da baraccone, le camicie urlanti su misura e l’oro sparso ovunque, sembra essere più vicino al mondo patetico di Enzo Miccio che alla realtà di Napoli. Questo “programma”, se possiamo chiamarlo così, è feccia! E, più che mai, dobbiamo tutti ringraziare la Corte di Cassazione.
Un “ricorso per Cassazione” avanzato da tutta Napoli
Per troppo tempo il ‘Castello delle Cerimonie’ è stato dipinto come l’emblema di Napoli, dei napoletani e della napoletanità. Ma questa rappresentazione non potrebbe essere più lontana dalla verità. Tutto ciò che viene mostrato nella serie è imbarazzante al punto che un napoletano vero, guardandolo, non sa se ridere o piangere. I personaggi vengono selezionati appositamente per il loro livello di trash e ogni puntata è un disastro che offende ogni pietra di Napoli e ogni suo abitante. Tra cantanti neomelodici accompagnati da una “band” che sembra uscita da un incubo di Dario Argento (e grazie a RealTime per questo schifo!), padri che si preoccupano più della lampadina sul tavolo degli sposi che della felicità della figlia, e drag queen che ballano con gli sposi come se fosse una scena di un film di Fellini: in sole due puntate si riesce a dipingere un quadro completo dell’abisso del gusto napoletano rappresentato dalla Sonrisa.
Gli sposi e le loro famiglie sono la ciliegina sulla torta: spendono budget da far rabbrividire per costruire il matrimonio dei sogni della figliola, infrangendo ogni regola di buon senso che è stata tramandata per generazioni! E se consideriamo che in alcuni casi le feste di Prima Comunione durano più di un matrimonio, capirete bene le vette di disgusto che vengono raggiunte. Guardare questo programma equivale a porre maschere di Carnevale sulle facce delle scimmie nello zoo e affermare: “Ecco come festeggiano i napoletani”. Lunga vita alla Corte di Cassazione, il cui intervento sarebbe potuto essere richiesto dall’intero popolo napoletano. Speriamo che questa confisca segni la fine di questa vergogna televisiva e che Napoli possa finalmente essere rappresentata come merita, senza più vedere questo demenziale spettacolo horror.
Fonte : Today