I miei figli non mi sopportano più, continuo a metterli in guardia dai pericoli del web: in particolar modo dal revenge porn. “Mi raccomando non inviate foto o video intimi perché non potete mai sapere che fine faranno”, dico loro. Mi guardano, forse mi ascoltano e poi rispondono: “Sì, sì lo sappiamo”. Chissà se hanno mai sentito parlare di foto e video sessuali di ragazzine e ragazzini che circolano incontrollati sulle chat di WhatsApp. Gli stessi che poi finiscono su particolari gruppi Telegram e su siti di pornografia non consensuale, con migliaia e migliaia di visualizzazioni.
“Il proibizionismo non risolverà mai nulla, perché i giovani vogliono vivere liberamente la propria sessualità”, dichiara a Today.it Dalia Aly, l’attivista che a soli 15 anni è diventata una vittima di condivisione non consensuale. Così va in tilt il mio progetto educativo. Ma andiamo per ordine: prima di tutto vediamo che cosa ho trovato su uno dei più conosciuti forum italiani di contenuti per adulti.
Revenge porn, coinvolti anche vip e minori
C’è chi ruba scatti dai profili social, li modifica con programmi di Deep nude che trova nel sottobosco del dark web o con l’intelligenza artificiale. E poi li dà in pasto a forum e siti pornografici. Come accadde nel 2020 a 179 donne finite nella rete di tre spregiudicati uomini della provincia di Firenze. Oppure chi diffonde foto e video sessuali ottenuti durante una relazione intima con il proprio partner, con la promessa che nessun altro li vedrà mai. Come nel caso del 17enne di Salerno che ha tappezzato i muri del paese con le foto della ex di 13 anni.
Succede anche agli adulti, persino ai vip. Ci ricordiamo tutti di quanto successo a Belen Rodriguez, Diletta Leotta e Guendalina Tavassi (nella foto sotto, sezione vip di un sito per soli adulti). Tra i casi famosi più recenti, c’è anche quello della deputata Giulia Sarti che ha portato poi alla legge sul revenge porn.
I siti di pornografia non consensuale
Foto e video sessuali di persone finite inconsapevolmente sul web o sulle più famose app di messaggistica si possono trovare ovunque. Non bisogna andare a caccia nel dark web, basta scandagliare alcuni siti internet per adulti. Ho provato a vedere con i miei occhi: sono entrata nel sito forum porno più conosciuto in Italia con una facilità davvero disarmante. Ho digitato l’indirizzo web e mi sono subito apparse immagini hard e in basso un piccolo banner per il controllo dell’età. L’accesso a questo tipo di piattaforme è consentito per legge solo ai maggiorenni. Mi è bastato solo un click per certificare di avere più di 18 anni: cosa che però potrebbero fare anche i minorenni visto che poi non c’è una successiva verifica anagrafica sugli utenti (nella foto sotto, un esempio del controllo della maggiore età su un sito porno).
Entrata nel portale ho trovato tantissime sezioni a tema come “italiane 100%”, “belle dormienti”, “spiare coppiette appartate”, “la mia donna” oppure “PornoCittà” con tanto di sottotitolo “dove è possibile cercare o trovare persone o ragazze della tua città”. Mi viene in mente un recente caso di cronaca, quello in cui una mamma ha controllato lo smartphone della figlia di 15 anni e ha scoperto che faceva la escort: forse pubblicava annunci per trovare clienti proprio su siti come questi.
Controlla per caso lo smartphone della figlia di 15 anni e scopre che fa la escort
I frequentatori del forum hanno tutti dei nickname, solitamente piuttosto rappresentativi. Ci sono Tromb***, Apollo***, Spy***, Squalo***, Amateur***, ma anche nomi di donne. Vogliono sapere com’è andata l’esperienza sessuale con un determinato partner, con tanto di nome e cognome, ma chiedono anche foto e video dei rapporti. Oppure pubblicano immagini intime di ex fidanzate, mogli, sorelle e mamme invitando gli utenti a fare commenti pesanti. Su alcuni siti si trovano anche frasi di utenti che incitano allo stupro mentre alcuni chiedono di diffondere ulteriormente foto e video non consensuali con il preciso obiettivo di diffamare e umiliare la vittima.
Il forum con le sezioni “foto e video a ore” e “spy”
Su questo sito c’è anche una sezione “foto e video a ore… Toccata e fuga!”, con immagini che rimangono visibili solo per un determinato periodo di tempo e poi scompaiono, senza alcuna possibilità di controllo preliminare e successivo. Foto e video che potrebbero riguardare anche minorenni. E poi la sezione “spy”, scatti rubati nei camerini dei negozi di abbigliamento, centri estetici, spogliatoi o filmati di microcamere non visibili piazzate nei bagni pubblici (nella foto sotto, la sezione spy di un sito-forum per adulti).
“Il tutto alla luce del sole – come si legge nel testo che accompagna il lancio di una petizione su Change.org -. Nonostante il sito sia già stato coinvolto in indagini da parte della polizia postale, continua a esistere”. Chi diffonde illecitamente immagini o video sessualmente espliciti rischia una multa da 5mila a 15mila euro e la reclusione da 1 a 6 anni, compreso chi riceve o cerca immagini pornografiche non consensuali.
16 milioni di italiani su Telegram
Secondo un dossier della polizia criminal in Italia si registrano due casi di condivisione non consensuale di foto e video intimi al giorno. Una pratica illegale che avviene anche su Telegram, dove quasi 16 milioni di italiani seguono canali dediti al revenge porn. Ci sono ben 147 gruppi secondo l’associazione Permessonegato.it che ogni anno assiste quasi 4mila vittime. Utenti che solitamente si scambiano foto e video su chat private, con richieste e offerte fatte pubblicamente, anche di foto e video di minori (vedi foto sotto).
In Italia una donna su due ha subito, almeno una volta nella vita, una forma di diffusione non consensuale di foto e video intimi (Università degli Studi di Milano, ricerca 2019). Dall’introduzione del delitto di “diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti” nel cosiddetto ‘Codice rosso’ (luglio 2019) si sono verificati complessivamente 4.821 reati di revenge porn: 964 nel periodo tra gennaio e settembre 2023.
Questa però è solo la punta dell’iceberg, perché non tutte denunciano. L’abuso subito può portare la vittima a soffrire a vita di attacchi di panico, ansia e depressione, in casi estremi può spingere anche al suicidio. Come Tiziana Cantone, la 31enne di Mugnano, in provincia di Napoli, trovata morta dopo la diffusione non consensuale di un video intimo girato con l’ex fidanzato.
“Sono stata stuprata virtualmente più di 77mila volte”
“Sono stata stuprata virtualmente più di 77mila volte”, racconta Dalia Aly, la ragazza che a soli 15 anni ha visto un suo video intimo pubblicato senza consenso su un canale Telegram con 77mila utenti iscritti. “La violenza virtuale è del tutto paragonabile a quella fisica” dichiara a Today.it, ma “non chiamatelo revenge porn, perché non è corretto. Revenge vuol dire vendetta, fa intendere che una persona sia stata punita per aver fatto qualcosa di sbagliato e così non è. Con la parola porno invece s’intende materiale creato e diffuso con il consenso delle parti coinvolte, ma in questo caso non c’è consenso”. Secondo Dalia il termine più adeguato da utilizzare è condivisione non consensuale (Cnc).
Ora è una “survivor”, ma è stata prima una vittima. “Se ne esce, ma c’è un percorso che bisogna affrontare”, racconta spiegando che nel suo caso è arrivata anche la “chiamata all’attivismo collettivo”. Qualche anno fa ha creato il podcast “Fai la signorina” per affrontare questo e tanti altri temi delicati, che riguardano la violenza di genere.
Le chiedo quale approccio dovrei avere con i miei figli per essere ascoltata, mi risponde così: “Negli anni si è visto che la strategia del proibizionismo utilizzata dalla polizia postale e dai carabinieri nelle scuole non funziona, perché gli adolescenti, i ragazzi e le persone in generale vogliono vivere liberamente la propria sessualità”. Poi aggiunge: “C’è una sola soluzione: istituire in tutti i livelli scolastici l’istruzione femminista basata sul consenso. Dobbiamo educare al consenso, solo allora potremo parlare di una società più efficace sotto tutti i punti di vista, per tutte le violenze di genere”.
Posizione condivisibile ma bisogna considerare anche che questo è un trauma difficile da superare persino per gli adulti, figuriamoci per dei ragazzini e delle ragazzine. Con l’avvento di internet infatti il tema della libertà sessuale è diventato molto più complesso, soprattutto perché non ammette pentimento. Una volta che foto e video intimi vengono pubblicati senza consenso su chat, social e siti internet se ne perde completamente il controllo e cancellare tutte le tracce diventa praticamente impossibile.
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Fonte : Today