Se il Cremlino fa sapere di ritenere “inaccettabili” le reazioni dei leader occidentali, per i collaboratori e la famiglia di Navalny non ci sono dubbi sulla responsabilità del governo di Vladimir Putin nel decesso. La portavoce: “È stato assassinato”. I ministri del G7: “Si faccia piena luce su quanto accaduto”. Lunedì alle 18.30 politica unita in piazza del Campidoglio a Roma per una fiaccolata
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La morte di Alexei Navalny sembra essere passata sottotraccia al Cremlino. Eppure, come fanno sapere alcune fonti, la scomparsa del dissidente rischia di trasformarsi in un problema per Putin, alla ricerca di una scontata riconferma nelle elezioni che si terranno nel mese di marzo. Infatti, alla notizia della morte di Navalny nella colonia penale “Lupo polare”, situata nell’Artico russo, numerose persone hanno deposto fiori e la procura ha subito avvisato tutti che manifestazioni sarebbero contro la legge. Oltre 200 persone sono state arrestate in diverse città russe, tra cui Mosca, San Pietroburgo, Krasnodar, Tver, Taganrog, Nizhny Novgorod, Rostov sul Don e Murmansk. Le alte sfere del governo russo non hanno commentato la notizia della morte di Navalny, ma hanno denunciato le reazioni “inaccettabili” dei leader occidentali alla morte del dissidente. “È stato assassinato”, ha detto la portavoce di Navalny. E i ministri del G7: “Si faccia piena luce su quanto accaduto”. Intanto la madre di Navalny è stata informata che l’oppositore russo è rimasto vittima di una “sindrome da morte improvvisa” e che il corpo non sarà riconsegnato alla famiglia fino alla fine delle indagini. “Quando l’avvocato e la madre di Alexei sono arrivati alla colonia penale questa mattina, è stato detto loro che la causa della morte di Navalny era la sindrome da morte improvvisa”, ha scritto su X Ivan Zhdanov, che dirige la Fondazione anticorruzione di Navalny. “Sindrome da morte improvvisa” è un termine generale per varie sindromi cardiache che causano arresto cardiaco improvviso e la morte, riferisce il Guardian. Lunedì alle 18.30 politica unita in piazza del Campidoglio a Roma per una fiaccolata.
Il mistero del corpo
L’avvocato di Navalny, che oggi è arrivato nella città di Salekhard con la madre di Navalny – Lyudmila – ha chiamato un numero dell’obitorio e gli è stato detto che “il corpo di Alexei non è all’obitorio”, come invece aveva affermato la prigione in cui Navalny è morto: lo hanno scritto su Telegram i suoi collaboratori. “Alexei Navalny è stato assassinato. Il suo corpo si trova a Salekhard e le autorità stanno conducendo ‘indagini’ su di lui. Chiediamo che il corpo di Alexei Navalny venga consegnato immediatamente alla sua famiglia”, ha scritto in un messaggio su X la portavoce dell’oppositore russo, Kira Yarmysh. La madre è stata “informata formalmente” della morte del figlio, avvenuta “il 16 febbraio alle 14.17 ora locale”, ha aggiunto Yarmysh. In tanti pensano che Navalny sia deceduto per tutto quello che gli è stato fatto, dall’avvelenamento col Novichok, una sostanza nervina, alle numerose privazioni carcerarie subite dal gennaio 2021. In totale ha passato 300 giorni in cella d’isolamento, per ragioni che i suoi collaboratori hanno spesso definito pretestuose.
Un detenuto: Navalny morto prima di quanto dichiarato
Intanto, a sollevare altri dubbi sulle circostanze in cui è morto Navalny è un detenuto della colonia penale numero 3 di Kharp, nella regione di Yamal Nenets, citato da Novaya Gazeta Europe: ha detto che il dissidente sarebbe morto molto prima di quanto annunciato dalle autorità penitenziarie russe, molto probabilmente nella notte fra giovedì e venerdì. La morte di Navalny, ha aggiunto, sembra aver colto di sorpresa il personale del carcere.
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La risposta dei ministri del G7
Da Monaco di Baviera, dove sono riuniti, i ministri degli Esteri del G7 hanno espresso “la loro indignazione per la morte in carcere di Alexei Navalny, condannato ingiustamente per le legittime attività politiche e la lotta alla corruzione”. Nella dichiarazione finale i ministri chiedono “alle autorità russe di chiarire pienamente le circostanze della sua morte e di porre fine all’inaccettabile persecuzione del dissenso, nonché alla repressione sistematica della libertà di espressione e all’indebita limitazione dei diritti civili” nel Paese.
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La colonia
“Lupo Polare” è il nome della colonia penale n.3 nell’Artico russo dove Alexei Navalny era stato trasferito lo scorso dicembre. Il centro di reclusione, tra i più duri del sistema carcerario della Federazione, si trova a Kharp, nella regione autonoma di Yamalo-Nenetsk, a quasi 2 mila km da Mosca, nota per gli inverni lunghi e rigidi. La città è vicino a Vorkuta, le cui miniere di carbone erano tra le più dure nel sistema di gulag sovietici. L’oppositore veniva costantemente messo nella cella di punizione, per i più futili motivi: come riporta Meduza, il 14 febbraio, appena tre giorni dopo esserne uscito, era stato nuovamente spedito in isolamento per 15 giorni. Secondo Navalny, la routine quotidiana nella cella di punizione era diversa: non poteva fare la passeggiata all’aperto nel pomeriggio, quando la temperatura è un po’ più clemente, ma doveva farla la mattina presto, quando il freddo è rigidissimo. “Poche cose sono così tonificanti come una passeggiata a Yamal alle 6.30 del mattino. E che bella brezza fresca soffia nel cortile, nonostante la recinzione di cemento, semplicemente wow!”, aveva scritto, ironizzando. L’angusto cortile dove è costretto a passeggiare misura 11 passi in lunghezza e 3 in larghezza: “Non c’è molto da camminare, ma almeno è qualcosa, quindi vado a fare una passeggiata”, aveva sottolineato lo scorso 9 gennaio, postando una foto.
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Lunedì a Roma la fiaccolata
Il primo ad auspicare “una grande manifestazione nazionale” di tutti per la morte di Navalny, “per fermare il regime di Putin che lo ha ucciso” è il senatore dem Filippo Sensi. Poi con il passare delle ore diventa la fiaccolata unitaria che lunedì alle 18.30 accenderà la piazza del Campidoglio romano. Prima Azione di Carlo Calenda, lancia su X l’iniziativa. Poi a una a una si uniscono tutte le forze politiche, nessuna esclusa. Elly Schlein, che dice “il Pd c’è”. Fratelli d’Italia, Forza Italia e Noi moderati, che alla fiaccolata andranno senza bandiere per onorare la tragica morte di Navalny. E poi ancora il M5s di Giuseppe Conte, Avs e i renziani di Italia Viva, che ricordano di aver iniziato a manifestare con +Europa fin da ieri, davanti all’ambasciata russa. Accenderà lumini per onorare l’eroismo del dissidente russo anche la Lega di Matteo Salvini.
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Fonte : Sky Tg24