Ricominciano i rincari: pieno di benzina costa quasi 5 euro in più rispetto a inizio anno

Un nuovo rialzo minaccia i portafogli dei consumatori. A rilevarlo è Assoutenti, associazione che analizza gli ultimi prezzi al pubblico comunicati dai gestori al Ministero delle Imprese e del Made in Italy e pubblicati sul sito del dicastero.

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È trascorso poco più di un mese e mezzo dall’inizio dell’anno, ma già ora si può dire che un pieno di benzina costa ben 5 euro in più rispetto al 1° gennaio 2024. Almeno secondo Assoutenti, che analizza gli ultimi prezzi al pubblico comunicati dai gestori al Ministero delle Imprese e del Made in Italy e pubblicati sul sito del dicastero.

L’associazione evidenzia come il prezzo del carburante in modalità servito ha già superato la quota di 2,5 euro a litro in alcuni distributori italiani, e non solo in autostrada.

Guardando i dati diffusi sull’apposito osservaprezzi carburanti e riferiti alla data del 16 febbraio, l’associazione ha rilevato che “alcuni distributori vendono la verde a prezzi già superiori ai 2,5 euro al litro. È il caso ad esempio di una pompa situata a Taranto, dove la benzina costa 2,537 euro al litro, il gasolio 2,447 euro/litro. Anche in provincia di Benevento la benzina al servito ha superato i 2,5 euro al litro, e viene venduta a 2,522 euro, mentre il prezzo più alto tra quelli rilevati spetta ad un distributore della provincia di Palermo che, in base all’ultimo dato fermo però al 15 febbraio, vendeva un litro di verde a 2,565 euro, 2,495 euro/litro il gasolio”. Sulla rete autostradale, alla data del 16 febbraio, la benzina più cara “è quella venduta sulla A21 nei pressi di Piacenza: 2,499 euro al litro”.

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E così, oggi “un pieno di benzina costa quasi 5 euro in più rispetto all’inizio dell’anno, mentre per un pieno di gasolio si spendono 5,5 euro in più – segnala il presidente di Assoutenti Gabriele Melluso -. Il rischi concreto è che la nuova ondata di rialzi alla pompa determini una spirale inflattiva attraverso un incremento dei prezzi al dettaglio dei beni che viaggiano su gomma e che rappresentano l’88% della merce venduta in Italia”.

In appena 6 settimane il prezzo medio nazionale della verde è rincarato del +5,3%, il diesel del +6,3%, e al di là dei casi limite dove i listini superano i 2,5 euro al litro, il rischio concreto è che la nuova ondata di rialzi alla pompa determini una spirale inflattiva attraverso un incremento dei prezzi al dettaglio dei beni che viaggiano su gomma e che rappresentano l’88% della merce venduta in Italia” chiarisce il leader di Assoutenti.

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Fonte : Fanpage