Sono passati poco più di 45 giorni da inizio 2024. Ma tra un pieno fatto il primo gennaio e un pieno fatto oggi, 17 febbraio, ci sono ben 5 euro di differenza, in media. Il caro carburanti continua, i rincari non si fermano. La benzina in modalità servito ha già sfondato il tetto psicologico del 2,5 euro al litro in alcuni distributori italiani, con “l’aggravante” che i nuovi listini record si registrano non sulle autostrade, dove i prezzi dei carburanti sono notoriamente più elevati, ma sulla rete ordinaria. A lanciare “l’allarme” è Assoutenti, che ha analizzato gli ultimi prezzi al pubblico comunicati dai gestori al Mimit e pubblicati sul sito del ministero. In base ai dati diffusi sull’apposito osservaprezzi carburanti e riferiti alla data del 16 febbraio, l’associazione ha rilevato che “alcuni distributori vendono la verde a prezzi già superiori ai 2,5 euro al litro”.
C’è, ad esempio, una pompa di benzina a Taranto, dove la super costa 2,537 euro al litro, il gasolio 2,447 euro/litro. Pure in una località in provincia di Benevento la benzina al servito ha superato i 2,5 euro al litro, e viene venduta a 2,522 euro, mentre il prezzo più alto tra quelli rilevati spetta a un distributore della provincia di Palermo che, in base all’ultimo dato fermo però al 15 febbraio, vendeva un litro di verde a 2,565 euro, 2,495 euro/litro il gasolio.
Invece sulla rete autostradale, alla data del 16 febbraio, la benzina più cara “è quella venduta sulla A21 nei pressi di Piacenza: 2,499 euro al litro”. “Oggi un pieno di benzina costa quasi 5 euro in più rispetto all’inizio dell’anno, mentre per un pieno di gasolio si spendono 5,5 euro in più – denuncia il presidente di Assoutenti, Gabriele Melluso – Il rischio concreto è che la nuova ondata di rialzi alla pompa determini una spirale inflattiva attraverso un incremento dei prezzi al dettaglio dei beni che viaggiano su gomma e che rappresentano l’88% della merce venduta in Italia”.
Fonte : Today