Rocco Siffredi sulla serie tv ispirata alla sua vita: “Quando l’ho vista ho pianto per giorni”

Esce in anteprima il 22 febbraio al Festival di Berlino e in streaming dal 6 marzo su Netflix, Supersex, la serie che ripercorre la vita di Rocco Tano prima di diventare Rocco Siffredi interpretato da Alessandro Borghi. Proprio per l’occasione, a qualche giorno dal debutto, l’attore diventato icona del porno si è raccontato in un’intervista al magazine 7 dove ha confidato le emozioni provate nel rivedersi in questo prodotto televisivo 

Che effetto gli ha fatto vedere Supersex? “Ho pianto per giorni”, ha ammesso il pornodivo: “Inizialmente non riuscivo a riconoscermi negli attori, poi però ho rivissuto l’infanzia e la morte di un mio fratello (a 12 anni durante una crisi epilettica, dopo le lesioni causate dai malviventi; ndr). Ho rivisto mia madre, gli amici d’infanzia. Bellissimo, ma vedere scorrere la propria vita in poche ore sul divano con moglie e figli, è anche surreale”. Importante per lui è stato anche vederla insieme alla moglie Rozsa Tassi e ai figli: “Volevano vedere se tutto corrispondeva ai miei racconti. Rosa sapeva da che situazione vengo, dei guai in cui mi sono infilato da ragazzino per aiutare la famiglia, e la realtà è stata anche più sofferta di quanto appare nella serie. I miei figli non immaginavano una vita così diversa rispetto alla loro, ovattata e protetta”.

Siffredi ha spiegato di essere andato via dal suo paese di origine, Ortona, e di aver iniziato a intraprendere la carriera di attore per spirito di rivalsa. “Volevo fare qualcosa per mia madre, che ho visto sorridere così raramente. E per mio padre, che faticava a tirare a fine mese. Diventare famoso è stata una fortuna, ma non mi sono mai davvero allontanato” ha raccontato: “Ma non è per i soldi che ho scelto di fare il pornostar. Era una vocazione. Volevo fare sesso con tutte le bellissime donne che incontri in questo mondo. Avrei pure pagato, invece hanno pagato me. In giro per il mondo mi dicono che si vede che lo faccio per piacere e passione. Il complimento più bello è stato sentirmi dire: “Grazie a te non mi sento più strano, perché ti vedo fare con naturalezza cose che credevo perverse e sbagliate””.

“Mia moglie è più gelosa di ciò che è fuori dalla sfera del lavoro”

Più volte Siffredi ha annunciato il ritiro ma poi ha sempre ripreso. Accanto a lei la moglie Rosa chge lui definisce una “santa” che ha sempre accettato anche la dipendenza dal sesso di cui ha parlato pubblicamente. “Quando uno è abituato a fare sesso quotidianamente, con due o tre ragazze diverse al giorno, non è facile tornare alla “normalità”, sei come uno sportivo che si ritrova a casa sul divano”, ha confidato: “Non l’avevo immaginato fino al giorno in cui ho pensato di ritirarmi, a 40 anni. Ho ricominciato e ci sono ricascato tante volte da pensare che fosse insuperabile, una condanna. Ultimamente sto bene anche se non ci metto più la mano sul fuoco. Fu mia moglie a spingermi a tornare sul set, la ingelosisce di più ciò che è fuori dalla sfera del lavoro”.

A 60 anni l’attore ha ammesso di non temere defaillances: “Sono tranquillo e soddisfatto di quello che ho raggiunto, ma se ti rilassi troppo muori” ha confidato: “Mi sono anche chiesto: mica mi porterà sfiga questa serie tv biografica alla mia età? Allora mi tengo vivo, continuo a produrre, collaboro coi miei figli alla Hard Academy, prima scuola per talenti del porno, e insegno nella Siffredi Academy, progetto educazionale per sciogliere i nodi della sessualità. Dopo aver visto morire un mio cugino a 58 anni, voglio solo stare vicino alla mia famiglia il più possibile”.
 

Fonte : Today