Non sprecare un capello (le startup dei parrucchieri responsabili)

Dove finiscono i capelli che ci tagliano dal barbiere o dal parrucchiere? È facile: per terra; poi vengono spazzati, raccolti e gettati nella spazzatura. Soltanto negli Stati Uniti e in Canada vengono gettate 32 tonnellate di capelli ogni giorno. Sono circa 400 chili al minuto. Il totale per i paesi dell’Unione Europea è anche maggiore. È così da sempre e potrebbe essere così per sempre. Ma anche no. Nel 2021 in Olanda un gruppo di giovani imprenditori e ambientalisti guidati da Zsofia Kollar ha pensato che tutti quei capelli in discarica o negli inceneritori fossero un problema e uno spreco: uno spreco di materiali, su tutti la cheratina, la proteina che sta nei capelli. E ha fondato una startup, Human Material Loop, con il compito di riciclare i capelli tagliati: farne altro. Nel mondo iniziano ad esserci diversi esperimenti per evitare che i capelli tagliati vengano soltanto gettati: una startup francese ne fa dei fertilizzanti; un’altra a San Francisco li riutilizza per farne strumenti in grado di assorbire il petrolio in mare quando c’è una perdita; e in India c’è che li scompone per ricavarne aminoacidi essenziali con cui fare prodotti di bellezza; infine recentemente è stato scoperto che la struttura dei capelli, la loro elasticità e resistenza, li rendono perfetti nell’edilizia per rinforzare le costruzioni. 

La startup olandese insomma fa parte di un movimento globale, la particolarità è l’utilizzo che si propone di fare dei nostri capelli tagliati: abiti, o meglio, tessuti per abiti. Anche qui: è noto che l’industria tessile ha una impronta carbonica altissima, usare i capelli tagliati come materiale potrebbe ridurla parecchio. Zsofia Kollar dice di aver trovato un modo per trasformare i capelli tagliati, di qualunque lunghezza e colore, in un tessuto che assomiglia alla lana. Non si tratta di indossare un maglione che assomiglia ad una parrucca, ma un maglione che sembra di lana o di cotone ma che in realtà è fatto di capelli tagliati. Perché questa industria decolli c’è però bisogno di raccogliere tanti capelli: per questo in Belgio è nata una rete di parrucchieri che si propone di farlo. Parrucchieri ambientalisti. E in Italia chi si fa avanti?

Fonte : Repubblica