Cristiano di Hong Kong da due mesi in carcere nell’Hubei

Stefano Chen Yueli arrestato mentre entrava nella Cina continentale con l’accusa di “operazioni commerciali illegali” per il suo coinvolgimento nella stampa di materiale per una scuola domenicale per bambini. Secondo quanto riferito da China Aid si trova in isolamento e non può vedere nemmeno gli avvocati. Con lui sarebbero stati fermati anche altri 8 cristiani. 

Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – Un cristiano evangelico di Hong Kong, Stefano Chen Yueli, si trova da quasi due mesi agli arresti in Cina con l’accusa di “operazioni commerciali illegali” per il suo coinvolgimento nella stampa di materiale per una scuola domenicale per bambini. promossa da una comunità cristiana dell’Hubei. Secondo quanto reso noto dall’ong internazionale China Aid, con lui sarebbero stati arrestati anche altri 8 cristiani di cui non si conoscono le generalità.

Chen Yueli è stato portato via dalla polizia il 19 dicembre 2023, quando stava entrando in Cina attraverso il posto di frontiera della linea ferroviaria tra West Kowloon e Shenzhen. Formalmente arrestato, si trova nel centro di detenzione di Chibi, nella provincia dell’Hubei. Nonostante i numerosi tentativi di visitarlo, il suo avvocato non è riuscito a incontrarlo. La sua famiglia è molto preoccupata per le sue condizioni di salute. Da più di vent’anni Chen Yueli fa la spola tra Hong Kong e la terraferma per servire alcune comunità cristiane della Cina continentale. Quando è stato arrestato si stava recando da Hong Kong allo Yunnan per visitare la moglie, vittima di una frode nelle telecomunicazioni.

L’Ufficio di pubblica sicurezza della città di Chibi ha costantemente ostacolato le normali visite degli avvocati, adducendo il coinvolgimento di “agenti della sicurezza nazionale” come motivo per il rifiuto delle richieste di visita. Non sono disponibili ulteriori informazioni sugli altri cristiani arrestati insieme a lui – conclude China Aid – né le conseguenze della vicenda sulla chiesa locale di Xianning, dove Chen Yueli ha prestato servizio a lungo.

Le accuse di “truffa” o “attività commerciali illegali” sono utilizzate spesso dalle autorità della Repubblica popolare cinese per colpire le cosiddette Chiese domestiche, cioè le comunità cristiane di matrice evangelica che non si riconoscono nel Movimento delle Tre Autonomie, l’organismo simile all’Associazione patriottica dei cattolici cinesi attraverso cui il Partito esercita il suo controllo sulle attività delle comunità protestanti in Cina.

Fonte : Asia