“Se si lavorasse invece di fare le manifestazioni si potrebbe ottenere qualche risultato in più”. Questa frase pronunciata in Calabria dalla premier Giorgia Meloni che ha mandato su tutte le furie il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che ha “marciato su Roma” con 700 tra sindaci e amministratori per protestare contro l’autonomia differenziata. “Lavora tu, str… Per lavorare ci servono i soldi”, ha risposto De Luca conversando con i cronisti in Parlamento. “È tollerabile questo atteggiamento con centinaia di sindaci che non hanno i soldi per l’ordinaria amministrazione? Lavora tu, str…”, ha ribadito.
Il presidente campano, che dopo il corteo si è fermato alla Camera dei Deputati insieme a due sindaci della sua regione, si è poi lamentato per non essere stato ricevuto da nessun ministro: “Siamo arrivati davanti al ministero della Coesione – ha raccontato – dove sono degli stakanovisti: non c’era nessuno, non c’era il ministro, non c’era un sottosegretario, non c’era un funzionario che stava giocando a tennis. Ci hanno spintonato, poi hanno detto che una delegazione poteva salire, ma sopra non c’era nessuno. Allora sono andato verso Palazzo Chigi, ma una barriera di polizia ci ha bloccato. Hanno detto che poteva passare solo il Presidente, e così sono andato io. Ma a Palazzo Chigi, non c’era Mantovano, non c’era nessuno. Ecco come trattano i sindaci della Campania. Sono 12 giorni che li avevamo avvisati che saremmo venuti”.
“La Campania non si piega”
Alla base della protesta degli amministratori, il blocco dei fondi di Coesione che penalizzerebbe la Campania. “Quando si violano le regole – ha spiegato è a rischio la democrazia. Fanno questo contro la Campania che è la regione a maggior sofferenza sociale d’Europa. Senza soldi non puoi fare programmazione, le imprese culturali non possono fare programmazione. Qui non c’entra destra e sinistra. C’entra il fatto che la Campania è una Regione che non si piega. Non ci resta che la battaglia sociale, sperando che basti”.
In precedenza, era stato lo stesso De Luca, durante il presidio a piazza Santi Apostoli, ad illustrare le ragioni della protesta: ”Siamo qui – aveva detto – per bloccare il racconto infame per il quale al nord c’è la virtù e al sud ci sono i miserabili e i cialtroni. Questa storia deve finire. Noi siamo qui a difesa della dignità del sud e dobbiamo fare un’operazione verità, spiegare che al sud oggi arrivano meno risorse: il 25 per cento in meno di spesa sanitaria, meno posti letto, meno medici; questa storia deve finire. Noi riteniamo di non togliere neanche un euro alle regioni del Nord. Le regioni sviluppate sono la ricchezza dell’Italia e dobbiamo sostenerle, ma la spesa aggiuntiva va indirizzata al Sud. L’autonomia differenziata non aiuta a recuperare il divario tra Nord e Sud, significa spaccare l’Italia in due e tradire l’unità del Paese. Noi siamo contro questo contro-Risorgimento. E la testa su questo non la piegheremo mai”.
“Giorgia Meloni disprezza il sud”
Il presidente campano aveva poi attaccato direttamente la premier Giorgia Meloni, stimolando la risposta che le è costata l’insulto: ‘La presidente Meloni – aveva continuato De Luca – deve chiedere scusa. Un governo che avesse avuto un briciolo di dignità avrebbe fatto gli accordi di coesione in primo luogo con tutte le regioni del sud e non con le regioni del Nord. Il presidente del consiglio dimostra di non avere dignità politica e di avere disprezzo per il sud”. Infine, ha risposto a una sollecitazione sul tema del terzo mandato: “Io sono per la democrazia, quelli che hanno paura della democrazia se ne prendano la responsabilità”, ha concluso.
Schiano (Fdi): “De Luca va rimosso e internato”
Le parole di De Luca hanno ovviamente scatenato le ire degli esponenti della maggioranza, da Foti a Rampelli, passando per Montaruli, che chiedono alla segrertaria del Partito Democratico, Elly Schlein, di prendere le distanze. Netto Michele Schiano Di Visconti, deputato e coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia a Napoli: “Vincenzo De Luca insulta volgarmente il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. La misura è colma: va rimosso e internato. I sindaci che gli hanno fatto da claque questa mattina a Roma sono complici di uno sfregio istituzionale senza precedenti: si vergognino. Elly Schlein cacci questo mitomane dal partito, oppure ammetta di essere suo ostaggio e se ne vada lei”, ha dichiarato.
Fonte : Today